Presentazione del volume: Villa Emma

Convegno

Saranno presenti con l'autore il prof. Pierangelo Schiera e la dott.ssa Cinzia Villani

Klaus Voigt, Villa Emma: ragazzi ebrei in fuga 1940-1945, La Nuova Italia, Milano 2002

Il volume: A partire dal luglio 1942 un gruppo di ragazzi e ragazze ebrei, inizialmente una quarantina e quindi altri 33, venne ospitato per oltre un anno a Villa Emma, uno spazioso edificio di fine Ottocento situato a Nonantola, in provincia di Modena; questi giovani, d'età compresa tra i 6 ed i 20 anni, provenivano dalla Germania, dalla Polonia, dall'Austria e dalla Jugoslavia. Essi avevano subito il trauma della separazione dalle loro famiglie ed in alcuni casi assistito all'arresto dei loro padri, deportati in campi di concentramento; il periodo trascorso a Nonantola fu relativamente sereno, benché costituisse una fonte d'angoscia e preoccupazione il non avere notizie della sorte dei congiunti lasciati nei paesi di provenienza. Molti dei loro padri, madri e fratelli non sarebbero infatti sopravvissuti ai campi della morte nazisti.
All'interno della villa, ove era stato approntato pure un laboratorio di falegnameria, essi frequentavano regolari lezioni scolastiche; i ragazzi più grandi venivano istruiti nei lavori agricoli nei campi in prossimità dell'edificio, in previsione di un loro insediamento in Palestina. Vi era anche una sartoria dove lavoravano le ragazze.
Pure l'educazione religiosa non veniva trascurata: un locale della villa era stato adibito a luogo di culto e la cucina era rigorosamente kasher, seguiva cioè i dettami della religione ebraica.
Poche ore dopo l'inizio dell'occupazione tedesca, i 73 ragazzi e gran parte degli accompagnatori, resisi conto dell'imminente pericolo, abbandonarono Villa Emma: un gruppo di giovani fu ospitato nel seminario di Nonantola, praticamente vuoto nei mesi estivi, mentre alcune ragazze vennero alloggiate presso alcune suore; altri singoli ragazzi trovarono rifugio presso famiglie di contadini, commercianti ed artigiani della zona. Nell'arco di poche ore Villa Emma era deserta; i ragazzi vissero nascosti per oltre sei settimane, protetti dalla gente del luogo, nei confronti della quale provano a tutt'oggi profonda gratitudine.
Quella dei "ragazzi di Villa Emma" costituisce una vicenda particolare, poiché non è noto in Italia alcun altro caso di aiuto spontaneo rivolto contemporaneamente ad un gruppo così numeroso di ebrei. Questa straordinaria operazione fu resa possibile, oltre che dalle organizzazioni ebraiche, dall'opera del medico condotto di Nonantola, dottor Giuseppe Moreali, che aveva in cura i ragazzi e di un giovane sacerdote, don Arrigo Beccari; in memoria della loro meritoria opera di salvataggio sono stati piantati due alberi nel Viale dei Giusti allo Yad Vashem di Gerusalemme
Aiutati da alcuni ebrei italiani, i ragazzi riuscirono nell'ottobre 1943 a raggiungere la Svizzera; solo il sedicenne Salomon Papo di Sarajevo, ricoverato in un sanatorio sull'Appennino modenese perché affatto da tubercolosi, fu arrestato e deportato il 5 aprile ad Auschwitz, da dove non fece ritorno.
Nell'immediato dopoguerra la maggior parte dei ragazzi emigrò in Palestina.
Autore del volume è lo storico berlinese Klaus Voigt; egli, oltre ad avvalersi di interviste rilasciate da numerosi testimoni, ha usufruito per questa ricerca di materiale documentario, in prevalenza inedito, reperito in archivi locali, nazionali ed esteri.


organizzazione: Museo Storico in Trento