Primum vivere, deinde philosophari: Craxi e il PSI, 1976-1981

Convegno

Il Centro Studi sulla Storia dell’Europa Orientale organizza a Trento, mercoledì 10 aprile, alle ore 17,30, nella Sala degli affreschi della Biblioteca comunale (Via Roma 55), l’incontro-dibattito “Primum vivere, deinde philosophari”. Craxi e il PSI, 1976-1981. Intervengono Marco Boato, Mario Raffaelli e Andrea Spiri. Introduce Fernando Orlandi.

La secolare vicenda del Partito socialista italiano è stata oggetto di numerosi approfondimenti storici. Il lavoro degli studiosi è tuttavia divenuto meno agevole nel delineare l’ultimo tratto di vita socialista, un torno di tempo che reca già evidenti i sintomi di una crisi del sistema politico destinata ad approfondirsi fino a sfociare nel crollo della “prima Repubblica” all’inizio degli anni Novanta. Il carattere traumatico di questa cesura ha fatto sì che la ricostruzione di uno snodo cruciale della biografia politica dell’Italia repubblicana procedesse tra contrastanti passioni, che tuttora investono il giudizio complessivo sulla figura e l’azione di Bettino Craxi.
Le stesse analisi storiografiche hanno posto maggiormente l’accento sulle ragioni che hanno portato all’esaurimento della forza propulsiva espressa dalla leadership craxiana, tralasciando al contempo la fase che ha coinciso con il processo di affermazione e consolidamento del potere del segretario socialista e con il progressivo mutamento degli orientamenti e delle categorie d’analisi del partito di via del Corso.
Andrea Spiri in un recente volume (La svolta socialista. Il Psi e la leadership di Craxi dal Midas a Palermo (1976-1981, Rubbettino) ha ripercorso le dinamiche interne al Partito socialista italiano in una delle fasi più intense e controverse della sua lunga parabola storica. Stretto nella morsa dell’accordo tra democristiani e comunisti, il Psi della metà degli anni Settanta è un partito diviso al suo interno, privo di una strategia politica convincente, dunque incapace di misurarsi con le trasformazioni in atto nel tessuto sociale sempre più eterogeneo e stratificato. È in questo contesto che nel 1976 si creano le premesse per l’avvio del “nuovo corso”, inaugurato dall’avvento alla segreteria di Bettino Craxi e destinato a marcare una netta soluzione di continuità con il passato. Il volume racconta gli anni della svolta, quelli in cui Craxi lavora al rilancio del protagonismo politico della forza socialista, ne rivede le direttrici strategiche, interviene sul modello di partito dopo aver preso in mano le principali leve per il controllo dell’apparato. Gli anni dell’orgoglio di milioni di socialisti in tutta Italia, desiderosi di lasciarsi alle spalle una lunga stagione di subalternità e di confrontarsi, senza timori reverenziali, con piazza del Gesù e Botteghe Oscure
In quel contesto, Bettino Craxi ebbe un solo modo per ridare slancio alla forza socialista altrimenti condannata ad un ruolo marginare e subalterno: rivederne i fondamenti ideologici e organizzativi, operazione tanto più necessaria di fronte al progressivo declino dei tradizionali canali di aggregazione del consenso.

Andrea Spiri, dottore di ricerca in Storia politica dell’Età contemporanea presso l’Università degli studi di Bologna, collabora con la cattedra di “Teoria e storia dei movimenti e dei partiti politici” della Facoltà di Scienze politiche della LUISS “Guido Carli” di Roma. Ha pubblicato saggi e articoli sul Psi, sui rapporti tra comunisti e socialisti, ed è attualmente impegnato nell’analisi dei processi di delegittimazione dell’avversario nelle culture politiche italiane della Repubblica.


organizzazione: Centro Studi sulla Storia dell'Europa Orientale