Pro e contro la trama

Convegno

Simposio Internazionale

Goethe in due versi celebri aveva confessato di aver ereditato dalla madre «il buon umore» e «die Lust zu fabulieren». Il «piacere di narrare» è esistito fin da quando il primo uomo è uscito dalla caverna. Le prime narrazioni sono nate dalla decifrazione delle tracce da parte di alcuni cacciatori, i quali, una volta ritornati nel clan, si sono messi a raccontare attorno a un fuoco le loro peripezie venatorie. Il principio epico, il plot, la story, è un aspetto irrinunciabile del romanzo, la sua eterna infanzia.
Il romanzo moderno, tuttavia, è nato adulto. Fin dalle sue origini, con Rabelais, Cervantes, Fielding, non si è limitato a raccontare una storia divertente o edificante, ma si è proposto di inventare una forma che, attraverso dei personaggi, esplorasse tutta l’inspiegabile e bizzarra natura umana.
La spinta del romanziere è sempre stata conoscitiva: scoprire qualche aspetto nascosto dell’uomo. Per farlo si è imposto di scoprire ogni volta una forma. Per questo non è mai esistita una forma romanzesca canonica, ma soltanto la libertà, sempre sorprendente, del romanziere.
Per questo, nel romanzo, il principio architettonico, con tutte le sue digressioni, meditazioni saggistiche, interventi d’autore, sfasamenti spaziali e temporali, innesti di forme extra-letterarie o documenti, è ancora più importante del principio epico.
In tempi recenti, in Italia e nel mondo, si è diffuso un romanzo che fa della trama quasi il suo unico scopo. Ciò che conta e garantisce la sua tenuta e il suo successo sembra essere esclusivamente il grado di automatica identificazione che lo scrittore ottiene attraverso la semplice messa a punto dei fatti. La ricchezza e la polifonia degli stili e dei registri sono venute meno, sostituite da un flusso di eventi teso alla risoluzione finale: la story come un treno ad alta velocità corre veloce verso il suo scioglimento, senza possibilità di fermate intermedie o di deviazioni, senza che nessun lettore possa scendere a sgranchirsi le gambe o a fumare una sigaretta.
Azzerare il principio architettonico, eliminare le possibilità formali, significa, inevitabilmente, ridurre le possibilità del romanzo di conoscere il mondo. Il risultato finale, nella migliore delle ipotesi, è un’opera fintamente realistica, capace al massimo di rendere conto solo degli aspetti più illustrativi e immediati della vita.
Possiamo attribuire questa evoluzione, che in realtà è una regressione, alla sola industria culturale? O ci sono altre spiegazioni: la reazione al modernismo? Il crescente successo della narrativa di genere? Lo spirito dei tempi?

Il Simposio Internazionale trentino, a cui parteciperanno scrittori e critici letterari e che sarà animato dai dottorandi della Scuola di dottorato in Studi Letterari, Linguistici e Filologici, cercherà di rispondere a questi e ad altri interrogativi

I GIORNATA 11 NOVEMBRE
Prima sessione
Sala degli affreschi Biblioteca Comunale - via Roma 55
9.00 Apertura dei lavori: Pietro Taravacci, Fulvio Ferrari, Massimo Rizzante
9.30 Lakis Proguidis, Un roman est toujours une histoire trahie (introduce Paolo Tamassia)
10.00 Walter Nardon, La resistenza di una trama
10.30 Carlo Tirinanzi De Medici, Alcuni tipi di trama nel romanzo. Alberi, strade, sistemi solari
11.00 Andrea Inglese, La strategia dell’elenco
11.30 Tadahiko Wada, Le vite che si incrociano e la trama (introduce Massimo Rizzante)
12.00 Discussione
Seconda sessione Workshop
Sala degli affreschi Biblioteca Comunale, via Roma 55
14.30 Giorgio Vasta (introduce Carla Gubert)
16.00 Gianni Celati (introduce Massimo Rizzante)
17.30 Ornela Vorpsi (introduce Massimo Rizzante)

II GIORNATA 12 NOVEMBRE
Terza sessione
Aula 115 Palazzo Verdi, piazza Venezia, 41
9.30 Massimo Rizzante, Post scriptum a I sonnambuli di Hermann Broch
10.00 Simona Carretta, Il modello musicale nella rivoluzione delle forme nel romanzo del ‘900: la possibilità compositiva e la possibilità seriale
10.30 Stefano Zangrando, Note per una critica della trama
11.00 Silvia Annavini, “Depois do modernismo”. Finzioni, affabulazioni e ucronie nel romanzo portoghese contemporaneo
11.30 Roberto Francavilla, “Costruire dall’interno/procedere a spirale”. Sulla narrativa portoghese contemporanea
12.00 Miguel Gallego Roca, La tradizione del poliziesco e il poliziesco senza tradizione: sulle tracce di Ricardo Piglia
12.30 Discussione
13.30 Chiusura dei lavori


organizzazione: Facoltà di Lettere e Filosofia Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Filologici