Processo a Dio
Stagione Teatrale di Tione 2006/2007
La Contemporanea
Processo a Dio
di Stefano Massini
regia Sergio Fantoni
con Ottavia Piccolo
scene Paolo Baroni
costumi Joanka Micol Medda
Narra la storia di Elga Firsch, attrice ebrea di Francoforte che a tutti i costi vuole Dio alla sbarra. E con lei il rabbino Nachman difensore di Dio, il giovane Adek smanioso di vendetta, lo Scharführer Reinhard relitto del Reich e i due anziani Solomon e Mordechai, giudici severi di un processo che non può non farsi duro, senza esclusione di colpi, combattuto con listinto feroce dei sopravvissuti, di chi marchiato dal lager brucia per la rabbia di un massacro tanto barbaro quanto assurdo, indecifrabile, insensato. La parola chiave di questo testo non è il dolore dellOlocausto, bensì il non-senso: quella nebbia fitta che avvolge il presente, quella insignificante banalità che muove la storia con il tragico sconcerto di chi ne è vittima. Se luomo è un burattino, chi lo muove? E quale logica segue il teatrino del mondo? Sono queste le domande che, come un magma, muovono il testo dal suo interno. Elga Firsch accusa Dio con la voce, in fondo, dellumanità intera: lumanità di ogni epoca e bandiera.
Biglietti:
Casse Rurali Trentine fino alle 15.30 del giorno dello spettacolo o del venerdì precedente se lo spettacolo è programmato di sabato/domenica
Cassa del Teatro ore 20.15 il giorno dello spettacolo
LANTITREGUA.
PRIMAVERA 1945, CAMPO DI STERMINIO DI MAIDENEK
di Chiara Alessi
Se dovessi pronunciare un difetto per il testo di Massini direi che non concede un attimo di tregua a quella tensione costantemente sostenuta dallinizio alla fine di queste lancinanti settantuno pagine al medesimo livello.
Se mi chiedessero di enunciarne un pregio sosterrei che lautore ha la rarissima abilità di riuscire a reggere questo rischioso gioco.
E la scelta più difficile ma anche lunica sensata per tentare la restituzione di unatmosfera da vera e propria udienza, il tormento di una domanda incessante, un appello che non ha risposta. Così tra tanto e tanti del contemporaneo che reclamano di fare storia barricandosi dietro un rassicurante ci siamo limitati a descrivere senza pretesa di dar risposte, Massini accetta la sfida di trascinare avanti una domanda, la domanda più irresolubile e insoluta della storia dellumanità: dovè Dio? Dovera durante lolocausto, i campi di sterminio, le torture antisemite perpetrate a Maidenek? Ed estendendo larco temporale della storia: dovera durante lesodo? O quello spaziale: dovè mentre il mondo è impestato da violenze, guerre, epidemie?
Non si tratta infatti solo di un accadimento reale - il processo a Dio che cinque ebrei tennero nel 1945 alla fine del secondo conflitto mondiale per interrogarlo su come avesse potuto rendere possibile tutto ciò, o addirittura volerlo -: si parla delluomo ed è luomo a parlare in questo testo.
Lautore interroga la storia, la studia, la ricrea sotto i nostri occhi, con tanto di tribunale, giuria, accusa e difensore e ci sembra di vederli e di toccarli quei rabbini, nella loro gelida intransigenza, nei loro metodi tipicamente semiti di interrogazione, nellagiografia proverbiale, nella saggezza civica; eppure il teocentrismo rigido di una società retta sul paradigma patriarcale si frantuma al confronto con questa donna dominante, figura centrale e catalizzatrice, resa perfetta dalla sua fragilità, debolezza e follia, perfettamente umana: Elga Firsch, personaggio storico reale, attrice giudea, provocatoria, eterodossa, il cui unico attributo concesso dallautore è che volle il processo. Viene in mente proprio il messianismo ebreo per il quale il filosofo contemporaneo Agamben sostenne che il vero compimento della Torah consiste nella sua trasgressione. Questo testo fa resistenza alla violazione che esso stesso inietta, insegue, scarta, devia, ricomincia. Interminabilmente.
Ancora, come nel premiato Lodore assordante del bianco, Massini non ricerca il tema inedito, la fascinazione originale e accattivante. Ma come il Van Gogh allucinato di allora non era che il pretesto per uninterrogazione sospesa sul crinale tra reale e immaginario, paure e desideri, il Processo a Dio non è loggetto dellargomento di oggi, ma il soggetto di un trattamento originale in cui la vittima tradizionale è trasformata in inquisitrice, il corpo del reato è in bilico e il carnefice è confuso.
Un esordio davvero avvincente che solo una chiusa così apparentemente compiuta può permettersi di trattenere, schiudendo in realtà e proprio per questo, ad altri quesiti angoscianti e interrogativi aperti. La scena si spegne, il processo viene archiviato, manca il capo di imputazione per Dio, il vero colpevole è luomo. Oppure il processo si risolve in maniera drammatica con la prova che è Dio a governare ogni azione nel bene e nel male. O ancora: Dio non ha nulla a che fare con tutto ciò e quindi nemmeno con la speranza salvifica autoalimentata per anni che fosse stato lui a voler che la donna sopravvivesse.
Lautore suggerisce una risposta, volendo quel fragore che serra la scena divino, che non è altro poi se non lapertura di altri interminabili processi, di unaltra capitale domanda: perché?
organizzazione: Coordinamento Teatrale Trentino - Comune di Tione - Pro Loco Tione