Proiezioni TrentoFilmFestival

Cinema

Verticalmente demodè
Davide Carrari, 18’, Italia, 2012
"Non è la via più difficile del mondo, è semplicemente la via "sportiva" più difficile che ho scalato. Ha una storia lunga e comincia quando mi sono chiesto la prima volta come potevano essere quei luoghi dove ogni sera andava a morire il sole. Eternit, è nascosta proprio lassù, in un ambiente solitario e dimenticato di queste montagne, piccola e "verticalmente demode' " a metà fra i luoghi, dove sono nato e, quelli dove sono vissuto": con queste parole e con le immagini della roccia della parete e di lui che la sta arrampicando Maurizio Manolo Zanolla racconta le proprie motivazioni ed emozioni ritrovando una via che aveva individuato molti anni prima con la quale aveva a lungo ritenuto impossibile confrontarsi.

Cold
Anson Fogel, 19’, Stati Uniti, 2011
All'inizio di febbraio del 2011 Simone Moro con il kazako Denis Urubko e lo statunitense Cory Richards raggiunge la vetta del Gasherbrum II a 8.035 metri di quota. Si tratta della prima salita invernale e la prima invernale in assoluto in uno dei cinque ottomila del Karakorum pakistano. La spedizione, partita il 27 dicembre dall'Italia, ha dovuto affrontare temperature fino a -50 gradi e forti venti fino a 200km/h per poter attrezzare la via fino alla vetta. Per Simone Moro è stata la terza prima scalata invernale di un ottomila, dopo lo Shisha Pangma nel 2005 e del Makalu nel 2009. L'esperienza dei tre alpinisti impegnati sul Gasherbrum II, nel cuore di un buio e durissimo inverno, è vista con lo sguardo crudo e onesto di Cory Richards partecipante, cineasta e fotografo. Il film coglie con efficacia, attraverso le vive parole dei protagonisti, la fatica, i dubbi, le paure e rivela quanto terribile sia stata la discesa che ha esasperato il rischio dell'assideramento e di perdersi.

La Voie Bonatti
Bruno Peyronnet, 54’, Francia, 2011
Nel mese di ottobre del 2010 due alpinisti francesi di alto livello, Christophe Dumarest e Yann Borgnet, realizzano un progetto, che può essere considerato il sogno di ogni alpinista: ripetere in stile alpino, concatenando alcune grandi vie aperte da Bonatti nel massiccio del Monte Bianco.
Partono dalla parete nord delle Grandes Jorasses, scalano quindi il Grand Capucin a cui segue il Pilastro Rosso del Brouillard, per terminare sulla cima del Monte Bianco. Scendono a Chamonix con il parapendio per chiudere in bellezza con un tocco personale il loro periplo.
Il documentario segue assiduamente i due alpinisti per tutti i sei giorni della loro impresa condotta con allegria, serenità e senza presunzioni.
Nessun elicottero è stato utilizzato per effettuare le riprese, seguendo una precisa scelta etica degli alpinisti e del regista.