Prova aperta laboratorio teatrale brechtiano
Il laboratorio teatrale brechtiano - estate 2015, a cura di Annamaria Soldo con Liliana Baldo, Andrea Delai, Roberto Maestri, Luca Onorati, Maria Pellegrini apre al pubblico l'ultimo incontro con gli aneddoti "L'artista insistente" e "Kin-Jeh sull'amore" tratti da Me-ti. Il libro delle svolte di B. Brecht
L'ARTISTA INSISTENTE
Aneddoto del Me-ti. Il libro delle svolte di Bertolt Brecht, trad. Cesare Cases
Giulio Einaudi Editore, TO, 1970 (p. 128)
In una casa del popolo delle province settentrionali Me-ti scoprì un bel quadro rappresentante otto persone poverissime di diverso sesso e diverse età cui uno dei loro faceva lezione su di un libro. Accanto, l'artista aveva collocato una tavoletta di legno su cui era riprodotta la poesia di Kien-leh Elogio dell'imparare. - Questo chi ve l'ha dato? - Chiese Me-ti agli operai. - Ah, - dissero questi ridendo, - ce l'ha rifilato uno di quegli artisti. Tutti questi altri quadri - e indicavano gli altri quadri, tutti assai brutti - ce li siamo scelti noi perché ci piacevano, ma quello che guardi tu ce l'ha imposto il pittore. Per un giorno intero ci fece l'imbonimento, tre volte ci lesse la poesia, pretendeva di avere esattamente programmato ogni linea del quadro, continuava a tempestarci di domande, se vedevamo quella bellezza e quella finezza. Alla fine riuscì effettivamente a persuadere un paio di noi della bontà del suo quadro, alcuni di noi che egli era comunque un artista, e quelli che restavano volevano toglierselo dai piedi, così gli comprammo il quadro e la tavoletta, soprattutto perchè ne avevamo compassione, per non deluderlo del tutto, anche per aiutarlo, sappiamo che cos'è la fame. - Capisco, - disse Me-ti, - quel tipo doveva avere la pelle dura! Ma perché poi avete lasciato il quadro appeso, dopo che lui se ne era felicemente andato via, se alla maggior parte di voi non piace? - Gli operai sembravano imbarazzati. - Già, - dissero. - Si tratta di una faccenda curiosa. Questo quadro ha preso davvero qualcosa dal carattere insistente del suo pittore. Sta appeso là e parla. Non si offende se lo si guarda con disprezzo ma si metterebbe a strillare se lo si togliesse di lì. Si potrebbe dire che combatte. Ha creato un partito che lo trova buono. Ed è perfino intollerante e parla contro questi altri quadri, vuole estrometterli -. Me-ti sorrise soddisfatto: - Quasi quasi credo, - disse, - che comprando questo quadro voi non aveste tanto compassione dell'artista quanto di voi, e che voi foste più generosi verso voi stessi che non verso di lui.
KIN-JEH SULL'AMORE
Aneddoto del Me-ti. Il libro delle svolte di Bertolt Brecht, trad. Cesare Cases
Giulio Einaudi Editore, TO, 1970 (p. 176)
Io non parlo dei piaceri carnali, anche se in proposito ci sarebbe molto da dire, né dell'innamoramento, su cui c'è meno da dire. Con questi due fenomeni il mondo tirerebbe avanti, ma l'amore deve essere considerato separatamente perché è un'attività produttiva. Esso modifica l'amante e l'amato, che sia in meglio o in peggio. Già dall'esterno gli amanti appaiono come produttori, anzi come produttori di un ordine elevato. Essi rivelano la passione e l'irrefrenabilità, sono molli senza essere deboli, sono sempre in cerca di atti cortesi che potrebbero compiere (nella forma compiuta dell'amore non soltanto verso l'amato). Essi costruiscono il loro amore conferendogli alcunché di storico, come se contassero su una storiografia. Per loro la differenza tra nessun errore e un solo errore – una differenza che il mondo può tranquillamente ignorare – è enorme. Se fanno del loro amore qualche cosa di straordinario, lo devono solo a se stessi, se falliscono possono tanto poco scusarsi con gli errori dell'amato quanto, ad esempio, i capi del popolo con gli errori del popolo. Gli impegni che si assumono sono gli impegni verso se stessi; nessuno potrebbe giungere alla severità cui essi giungono di fronte alle trasgressioni degli impegni. E' essenziale per l'amore, come per altre grandi attività produttive, che gli amanti prendano sul serio molte cose che altri trattano alla leggera, gli infimi contatti, le sfumature meno avvertibili. I migliori riescono ad armonizzare pienamente il loro amore con altre attività produttive; allora la loro cortesia diventa universale, il loro spirito inventivo diventa utile a molti, ed essi favoriscono tutto ciò che è produttivo.
ELOGIO DELL'IMPARARE
Bertolt Brecht, Poesie e Canzoni, a cura di Ruth Leiser e Franco Fortini, Giulio Einaudi editore, TO, 1971, p.60
Impara la cosa più semplice!
Per quelli il cui tempo è venuto
non è mai troppo tardi!
Impara l'abbicì: non basta, è vero
ma imparalo! Non avvilirti!
Comincia! Devi sapere tutto!
Tocca a te assumere il comando.
Impara, uomo all'ospizio!
Impara, uomo in prigione!
Impara donna in cucina!
Impara sessantenne!
Tocca a te assumere il comando!
Frequenta la scuola senzatetto!
Procurati sapere, tu che hai freddo!
Affamato, impugna il libro: è un'arma.
Tocca a te assumere il comando.
Compagno, non temere di chiedere!
Non dar credito a nulla,
controlla tu stesso!
Quello che non sai di tua scienza
in realtà non lo sai.
Verifica il conto:
tocca a te pagarlo.
Poni il dito su ogni voce,
chiedi cosa significa.
Tocca a te assumere il comando.
ingresso libero