Qualcuno volò sul nido del cuculo
di Dale Wasserman – traduzione di Giovanni Lombardo Radice
Lo spettacolo, proposto per il 40° anniversario della scomparsa di Franco Basaglia (eminente psichiatra che ha lottato per la chiusura dei manicomi), dibatte temi universali come i diritti dell'individuo, l'intolleranza etnico-culturale verso i nativi americani e il disagio mentale nell'America degli anni '70.
Dopo una condanna, R. McMurphy è ricoverato in un ospedale psichiatrico. Subito comprende la condizione alla quale sono sottoposti i suoi compagni nella clinica. Non accettando la situazione si ribella e sul suo esempio anche gli altri degenti (soggetti vulnerabili, passivi e inerti) provano ad opporsi alle dure regole e alla rigida disciplina imposte dalla caporeparto infermiera Ratched. La scena si presenta, simbolicamente, come un carcere dove chiusure, sbarre e strumenti di costrizione sono immagini di abusi e di mancanza di libertà.
Il testo e lo spettacolo, oscillando tra farsa e tragedia, sono una lezione d'impegno civile e uno spietato atto d'accusa contro i metodi adottati all'interno dei manicomi, ma soprattutto una metafora sul rapporto tra individuo e potere costituito, sui meccanismi oppressivi della società e sul condizionamento dell'uomo da parte di altri uomini. Un grido di denuncia che emoziona, scuote le coscienze e fa riflettere!
Il film pluripremiato del 1975, regia di Miloš Forman con protagonista Jack Nicholson (il “nido del cuculo” nel gergo statunitense indica la casa di cura, il manicomio), ha segnato la storia del cinema mondiale.
organizzazione: Compagnia "GAD - Città di Trento"