Quali vini e quali prospettive dai 'vitigni resistenti'?
Laboratorio con degustazione
Negli ultimi anni è andata crescendo la curiosità tra i consumatori per vini ottenuti con tecniche il più possibili rispettose sia dell’ambiente che della salute.
I vitigni cosiddetti “resistenti”, per la loro alta tolleranza alle malattie fungine, permettono di rinunciare ampiamente all’uso di anticrittogamici e sono ottenuti incrociando anche specie diverse dalla Vitis vinifera.
Nell’area tedesca la ricerca su questi vitigni è pluridecennale e i vini prodotti sono genericamente etichettati come PIWI, acronimo tedesco di pilzwiderstandfähig, cioè resistente ai funghi.
Nei mesi scorsi, grazie anche alla collaborazione della Fondazione Mach e del Centro di Sperimentazione Agraria e Forestale di Laimburg, in Italia sono stati autorizzati alla coltivazione ben sei di questi vitigni, tre a bacca bianca (Solaris, Johanniter, Helios) e tre a bacca rossa (Prior, Cabernet Cortis e Cabernet Carbon), che si sono aggiunti ad altri due vitigni “resistenti” già riconosciuti nel 2010 (Bronner e Regent).
L’incontro a Palazzo Roccabruna sarà un’occasione per conoscere le caratteristiche di alcuni di questi vitigni e dei vini che se ne possono ottenere.
Saranno presenti Marco Stefanini, responsabile della Piattaforma Miglioramento Genetico Vite della Fondazione Mach di San Michele all'Adige, con alcuni campioni di micro vinificazione; Werner Morandell, titolare dell’azienda agricola Lieselehof di Caldaro, autore del libro “Vitigni resistenti” e che da una decina d’anni grazie alla collaborazione con il centro di viticoltura di Friburgo produce questi vini (la sua prima vendemmia di Solaris è del 2003); alcuni altri produttori di vino da vitigni Solaris e Bronner, che saranno proposti in degustazione (Cantina sociale di Trento; Aziende agricole Pravis di Lasino e Filanda de Boron di Tione).
Euro 7,00. E' gradita la prenotazione allo 0461/887101