Quando il rottame è poesia

Mostra

Quando il rottame è poesia
Edilio Riccini. Scarti assemblaggi opere 1972-2006

Rovereto - Galleria TRANSARTE - Via Valbusa Grande 2
18 MAGGIO - 8 LUGLIO 2007
dal giovedì alla domenica ore 13-19
inaugurazione venerdì 18 maggio ore 18

Trento - Galleria PICTART - Via F.lli Perini 62
15 giugno - 8 LUGLIO 2007
dal martedì al sabato ore 16-19.30
inaugurazione venerdì 15 giugno ore 18

La Transarte di Rovereto, in collaborazione con Eidos Comunicazioni Visive di Palermo, presenta la mostra-catalogo Quando il rottame è poesia. Edilio Riccini. Scarti Assemblaggi Opere 1972-2006, primo evento dedicato all’inedito artista Edilio Riccini, classe 1926, romano di nascita ma siciliano di adozione (ha eletto Cefalù a propria stabile dimora da 30 anni).
La pubblicazione del volume è collegata al debutto di una iniziativa che, per l’occasione, mette in circuito numerose gallerie d’arte in Italia. Selezioni delle opere in catalogo saranno esposte contemporaneamente in Sicilia (Garage, Palermo, inaugurazione giovedì 3 maggio) e in Trentino (Transarte, Rovereto, 18 maggio e PictArt, Trento, 15 giugno); seguiranno poi le tappe a Milano e a Roma.
Il volume - a cura di Micaela Sposito, testi critici di Giancarlo Baccoli, Claudio Cerritelli, Elena Fabris, Sergio Poggianella - raccoglie una selezione di circa 150 opere realizzate tra il 1972 ed 2006, utilizzando - tanto per le sculture quanto per le pitture - materiali più o meno comuni di scarto: dagli imballaggi per banane, uova e acqua, ai rottami dei cantieri navali, alle rimanenze inutilizzabili di attività commerciali dismesse. Una produzione da far rientrare in quel sentimento della Contemporaneità che la curatrice riferisce all’ “estetica del rottame” di marca duchampiana: «L’arte diviene retorica e poetica del rifiuto, della discarica perché le pratiche artistiche perseguono la materialità dell’oggetto con tutte le sue virtualità significanti. Edilio Riccini, nella misura di una personalissima pratica creativa, che per lui è la pratica quotidiana, recupera il proprio legame con la contemporaneità, con i luoghi e il territorio, con la vita sociale e la dimensione umana, attraverso gli oggetti rottamati».
Gli imballaggi opportunamente trattati divengono il supporto privilegiato per una pittura dell’Informale; i rottami dei cantieri navali vengono riproposti in una dimensione antropomorfa o zoomorfa; gli ingranaggi di vecchie macchine da scrivere o gli utensili fuori uso vengono ricomposti in una immaginaria e pulsante anatomia: «Le opere raccolte in questo libro - scrive Claudio Cerritelli - evocano infatti quel clima di sperimentazioni che nel ‘900 si afferma attraverso il brivido delle incursioni polimateriche, procedure che trasformano pittura e scultura in luoghi di reciproche contaminazioni, soprattutto attraverso l’innesto di materiali di tradizione dadaista e post-dadaista. Il fatto che Riccini si ricolleghi, fuori tempo massimo, a metodologie precedenti può indicare che non è tanto la novità linguistica o l’appartenenza a questa o a quella tendenza a costituire il significato della sua passione creativa, quanto proprio il fatto di potersi cimentare a ruota libera su territori già segnati».

Per informazioni o richiesta catalogo:
0464.432326
m.sposito@libero.it

La selezione delle 150 opere proposta nell’occasione di questa mostra-catalogo intende innanzitutto dare evidenza alla costanza e alla genuinità di una pratica artistica che si appropria dello scarto (causalità o fatalità?), ne interpreta l’usura del Tempo, lo manipola secondo una logica umana guidata dallo spirito creativo, lo restituisce nell’espressione di una nuova idea. Così, i fasciami di scarto del cantiere navale (Totem, 1998) possono ergersi in piedi e allinearsi in una folla di esseri a popolare il quotidiano schivo dell’artista; o ancora l’incastro policromo, geometrico, dei frammenti di vetro applicati a quello che resta di un oblò di lavatrice o dello schermo di un vecchio televisore possono diventare ora lo sguardo vigile e amico sui gesti di Edilio (L’occhio della lavatrice, 1982), ora la silenziosa e paziente compagnia di un pesce (Acquario, 1982); e la certosina tessitura di vecchi evidenziatori, pennarelli, rossetti, tappi (True Colors I–II –III, 1979-1980; Lip-gloss, 1981) può ricomporre la trama esistenziale di chi, nomade per vocazione, ha scelto di fermare il proprio sguardo sul mare di Cefalù.


organizzazione: Galleria Transarte - Eidos Comunicazioni Visive