Quartetto Guarneri

Società Filarmonica Trento Stagione 2005

Quartetto Guarneri
Arnold Steinhardt, violino
John Dalley, violino
Michael Tree, viola
Peter Wiley, violoncello

L. v. Beethoven: Quartetto op. 18 n. 2 in Sol magg.
E. v. Dohnányi: Quartetto op. 15 in Re magg.
A. Dvorak: Quartetto op. 61 n. 11 in Do magg.

Decine di dischi e CD, libri, documentari e programmi educativi, film, lunghe interviste radiofoniche e televisive testimoniano una delle più belle storie interpretative del quartetto per archi: quella scritta dall’inglese Quartetto Guarneri. Fondato nel 1964 e con alle spalle qualche sostituzione interna, il Quartetto Guarneri ha fatto varie volte il giro del mondo, suonando nelle più prestigiose sale da concerto del Nord e Sud America, Messico, Europa, Asia e Australia. Durante la stagione 2003/04 il Quartetto Guarneri ha festeggiato il suo 40° anniversario con lunghe tournée attraverso gli Stati Uniti e l’Europa, giungendo ora, per la prima volta, a Trento. Immenso il suo repertorio presentato con estrema padronanza del suono e della tecnica, aperto anche alle opere dei maggiori compositori contemporanei.
Si comincia con il quartetto detto dei complimenti, per lo spirito ancora settecentesco che vi aleggia: ma qualsiasi intenzione decorativa o passatista trasmuta nella mani di Beethoven in frizzante e sottile ironia, e il sorriso bonario non di rado sconfina nella severità, memore di polifonie filtrate dall’intellettualismo tedesco. Dalla Vienna di primissimo ottocento, all’esotismo slavo conduce quindi il programma proponendo dapprima Donhany e quindi Dvorak con il Quartetto op. 61 forte di una nascita singolare: Dvorak ne avviò infatti la composizione nel 1881, dopo aver letto su un giornale di Vienna la falsa notizia che un suo nuovo Quartetto sarebbe stato eseguito dalla formazione di Joseph Hellmesberger, famoso per numerose prime esecuzioni di lavori importanti. Noblesse oblige: nell’arco di un mese la partitura era compiuta.