Qui giace un poeta

Un viaggio sulle tombe di poeti, artisti e musicisti

Incontri e convegni , Presentazione libro

Mentre, visti i tempi, perfino negli Stati Uniti è stata sospesa la tradizionale festa di Halloween: l’approssimarsi del giorno dei morti è lo scenario in cui viene pubblicato ‘Qui giace un poeta’, un libro che invita al cosiddetto turismo cimiteriale e che fra i suoi cinquanta autori vede anche il nostro Giorgio Gizzi, libraio recatosi a Montevideo a rendere omaggio ad un curioso personaggio come Shoushani, un maestro sconosciuto.Oltre cinquanta autori italiani e stranieri – tra scrittori, artisti, editori, giornalisti, blogger e un solo libraio (Giorgio Gizzi appunto ) – accomunati dalla passione per i viaggi sulle tombe di poeti e romanzieri.
Tombe sfarzose, come quella di Oscar Wilde, o semplici lapidi in un prato, come quelle di Jack Kerouac e James Joyce, tombe ospitate in cimiteri celebri – il Père-Lachaise di Parigi o l’acattolico di Roma – oppure nascoste in mezzo a monti desertici, coperte dal segreto di un monastero, come quella di Javsandamba Zanabazar, artista e poeta mongolo, in patria venerato come un santo.Con Giorgio Gizzi ( questa volta intervistato ed intervistatore ) ne discuterà l’editore Gianluca Testani (Jimenez).Tombe che raccolgono ossa e ceneri, niente di più, ma che sono spesso meta di trascinanti pellegrinaggi.Perché, quando si ama visceralmente un poeta o uno scrittore ormai morto e sepolto, non bastano le parole che ha lasciato, non sono sufficienti i diari, le lettere, le biografie e le auto-biografie. Quando si ama qualcuno che non c’è più, arriva sempre il giorno in cui si fa irresistibile il desiderio di “vederlo ancora una volta”, andare a trovarlo dove giace per sempre.Cosa si prova – quali emozioni, ricordi, riflessioni scattano – quando ci si trova di fronte alla tomba di un artista amato? Che storia c’è, dietro quella lapide? E che storia c’è, dietro quel pellegrinaggio? Di questo scrivono gli autori coinvolti: hanno compiuto il loro pellegrinaggio e ce lo hanno raccontato. Massimiliano Governi sulla tomba di Sandro Onofri, Daniele Mencarelli sulle tracce di Camillo Sbarbaro, Barry Gifford tra i cimiteri di Parigi e Venezia, Matteo Trevisani in ricordo di Giordano Bruno, Giovanni Dozzini in cerca di Elio Vittorini, Tyler Keevil tra le brughiere gallesi con Dylan Thomas, Nicola Manuppelli sulle tracce di William Butler Yeats e molti altri ancora.Alcuni di loro hanno scelto di descrivere che fine abbiano fatto, post mortem, alcune coppie celebri della letteratura, altri si sono avventurati anche tra tombe di personaggi che, nel loro ambito e a loro modo, potevano definirsi poetici. Insieme compongono un mosaico di pellegrinaggi letterari su tombe di poeti, scrittori e artisti, per parlare, attraverso la morte, della vita e dell’arteSEGUI QUI L'EVENTO