Ragazze. Nelle lande scoperchiate del fuori

Teatro

Stagione Teatrale di Cavalese e Tesero 2009/2010

Irma Spettacoli srl
Ragazze
Nelle lande scoperchiate del fuori
di Lella Costa, Massimo Cirri, Giorgio Gallione
con Lella Costa
regia di Giorgio Gallione

La fatica e la leggerezza, il dolore e gli entusiasmi, i timori e la forza, la rabbia e la comprensione: le sfaccettature dell'animo femminile sono esposte in tutta la loro complessità e contraddittorietà attraverso una carrellata di personaggi in dialogo tra loro nel tempo e con noi, oggi. Di fronte a questa crisi sociale le Ragazze possono offrirci un paradigma risolutivo? Di certo proporranno la consolazione dell'autoironia e una lezione di testardaggine… «cortesie pochine, temo».

«Mi piace seguire alcuni fili di narrazione, che spesso coincidono con degli autori». In quest’opera Lella Costa ha seguito Calvino e il suo racconto cosmicomico L’altra Euridice. «Folgorante, a confermare (vedi Traviata) come lo sguardo maschile [dello scrittore] a volte sappia leggerci addirittura meglio di noi stesse». L’altra Euridice, sotto lo sguardo protettivo e ottuso di un dio padrone, si ostina a voler abbandonare la sicurezza di una casa per avventurarsi nelle «lande desolate del fuori». La volontà di esplorare e partire, di mettersi in gioco e capire, di sfidare e pretendere rigore, rispetto, coerenza si modula in fatica e leggerezza, in sgomento e rabbia, in desiderio ed ostilità. Accanto all’altra Euridice compaiono le altre: altre protagoniste dell’immaginario collettivo, «ragazze senza pari», testimoni o responsabili di fatti eclatanti come pure di una quotidiana resistenza che attesta «quel costante, incoercibile, formidabile accanimento terapeutico nei confronti del futuro».
La scrittura di Calvino consuona con la verve dell’attrice, che carica di ironia ed autoironia vicende spesso drammatiche; le sue Ragazze, «compatibilmente con il mondo, riescono ad essere straordinariamente creative, e irresistibilmente simpatiche».

L'attrice-autrice ci ha abituati al racconto delle nostre contraddizioni e dei nostri sogni (a Fossò nel 2008 ha esibito Alice, una meraviglia di paese) e riconduce la scelta dei testi ad un’intima caratterizzazione: «non ricordo, dal ginnasio e dal liceo in avanti, un momento della mia vita che non fosse legato in qualche modo alla politica, in senso sicuramente più classico e meno contemporaneo, vale a dire la relazione continua con ciò che ci circonda, con la gestione della “cosa pubblica”, l’assunzione di responsabilità rispetto ai temi che via via si affacciavano».


organizzazione: Coordinamento Teatrale Trentino - Comuni di Cavalese e Tesero