Resistenza e poi?
Un incontro con i giovani sulla Resistenza, quale occasione per un confronto sul senso della politica oggi. Lo propone il Museo Alto Garda venerdì 5 ottobre alle ore 20.30 nelle sale della Rocca, con il titolo «Resistenza e poi?», relatori Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo Storico del Trentino; Lorenzo Gardumi, ricercatore della Fondazione Museo storico del Trentino e curatore della mostra «Actung Banditen! La Resistenza nel Basso Sarca 1943-1945»; Fabrizio Rasera, presidente dell'Accademia degli Agiati di Rovereto; inoltre i referenti dell'ANPI Alto Garda e l'associazione «Riccardo Pinter» di Riva del Garda.
È un dato di fatto che lascia pochi dubbi quanto sia importante oggi ripensare al senso della politica, guardare alle radici della nostra configurazione democratica, alle sue aspirazioni e ai suoi primi passi. Di fronte alle notizie di cronaca che offrono esempi di sfaldamento di interi organismi politici e che riempiono l'attenzione collettiva di interrogativi sulla possibilità di un futuro per la politica, interrogare le vicende storiche con studiosi e protagonisti è un'occasione importante per aprire al confronto fra visioni e saperi e spingere alla riflessione sull'oggi. Perché dopo il secondo conflitto mondiale il ritorno alla democrazia non fu un evento indolore.
La guerra infatti aveva lasciato una terribile eredità alle nuove classi dirigenti, che dopo ventanni di dittatura e cinque di conflitto bellico (tra cui una guerra civile) si ritrovarono a dover determinare e gestire il ritorno alla democrazia, la ricostruzione materiale e morale, la transizione dalla guerra alla pace. Il passaggio dalla dittatura fascista alla democrazia fu segnato in Italia da una molteplice serie di eventi, luoghi, personaggi. E la transizione fu un lungo periodo dopo la fine della guerra, «dopo» il 1945. Si trattò di un processo tortuoso, segnato dalla lunga appartenenza al regime fascista che lasciò un'eredità articolata, fatta di atteggiamenti, comportamenti, strutture sociali e culturali, oltre che abitudini politiche, economiche e giuridiche. In mezzo a tutto ciò il desiderio di una nuova prospettiva, di un impianto realmente democratico della vita associata, di un passo in avanti ad allontanare violenze e soprusi.
Questa complessità finì per tradursi nella compresenza di vari eventi: dallepurazione del personale ai problemi annonari e alimentari; dalla ricostruzione materiale alla rinascita della libera competizione politica. Anche in Trentino limmediato dopoguerra fu un periodo delicato, contrassegnato da spinte molteplici e spesso contrastanti, tra il desiderio di un rinnovamento reale e la necessità di un ritorno veloce alla normalità.
organizzazione: MAG Museo Alto Garda