Rifiorir d'antichi suoni. Tre secoli di pianoforti

Mostra

È considerato il re degli strumenti musicali, eppure è il più giovane, con soli tre secoli di storia, rispetto agli archi e ai fiati. Mozart lo volle sperimentare per la sua sinfonia “Parigina”, Beethoven gli regalò la profondità delle sue meditazioni a solo, Chopin lo lanciò nell’Olimpo dei simboli della cultura di marca occidentale: i più grandi compositori ne furono conquistati, e l’emozione continua, senza soluzioni, dall’epoca classica fino ai nostri giorni.
Così il pianoforte si è conquistato, dalla sua prima comparizione fiorentina agli inizi del ‘700, figlio di una meccanica rivoluzionaria e della genialità del padovano Bartolomeo Cristofori, un ruolo assoluto nel panorama della musica. Un primato che mantiene a dispetto del tempo che trascorre, e che diventa il tema dominante della mostra evento ospitata per l’estate nelle sale del Castello del Buonconsiglio.
In quello che è ormai riconosciuto come un laboratorio della cultura tra i più vivaci del Trentino, la stagione estiva si dà un argomento intorno al quale tessere un intero e folto programma di appuntamenti: concerti, lezioni-concerto, visite guidate, laboratori, convegni, guide all’ascolto saranno il supporto artistico che correrà sulla falsariga della mostra, che aprirà i battenti il 21 giugno per chiuderli il 19 ottobre.
Così “Rifiorir d’antichi suoni. Tre secoli di pianoforti”, questo il titolo dell’esposizione, proporrà al pubblico un inedito viaggio attraverso evoluzioni, sperimentazioni e lussi dello strumento simbolo della cultura musicale europea. Pianoforti non soltanto come principi della musica, dunque, ma anche come testimoni privilegiati nello sviluppo dell’arte del mobile: campo di prova per intagli e dettagli, protagonisti assoluti di salotti e mondanità, di incontri nell’intimità domestica e di popolose sale da concerto.
Allestita grazie alla collaborazione con il Museo del pianoforte antico di Ala, l’esposizione proposta al Castello del Buonconsiglio costituirà la più grande e articolata rassegna di pianoforti antichi mai realizzata: gli oltre cinquanta pianoforti in mostra, provenienti anche da importanti collezioni europee, offriranno la possibilità di un’inedita visione d’insieme sull’evoluzione dello stile, del gusto e della tecnica di questo strumento. Tante le rarità e le curiosità che, con il gusto prezioso di una wunderkammer, “Rifiorir d’antichi suoni” accoglie nel percorso espositivo, dando spazio anche agli scherzi tecnologici sperimentati in tre secoli di storia pianistica: ecco, dunque, accanto alle creazioni dei più famosi artigiani europei del Settecento e dell’Ottocento, anche un “pianino” viennese da viaggio dell’epoca di Mozart e persino un ardito pianoforte a piramide, di confezione sempre viennese.
Per gli appassionati non mancano le chicche storiche: l’esposizione comprende anche il pianoforte sul quale ha suonato Franz Liszt a Bayreuth, tutti i modelli di pianoforte Pleyel conosciuti da Chopin e persino il pianoforte a quattro tasti che Richard Wagner fece costruire per la messa in scena del suo “Parsifal”.

Tante sono, insomma, le angolature di lettura che la mostra dedicata ai pianoforti e alla loro storia offre: spunti didattici, suggestioni artistiche ed approcci specialistici percorrono in eguale misura le sale del Castello del Buonconsiglio, che si presenta agli ospiti come un museo dei cinque sensi.
Ad essere chiamate in causa, infatti, non sono solamente le emozioni veicolate dalla vista. Nella cornice aristocratica delle sale del Castello, nella stessa atmosfera che per secoli vide la musica protagonista dello svago e della mondanità, specialisti di strumenti antichi e concertisti di livello europeo faranno infatti parlare di nuovo i preziosi strumenti in mostra. Il percorso espositivo diventa quindi interattivo: la musica torna a fiorire, appunto, seguendo le suggestioni del titolo della mostra, dai gioielli di tecnica e di arte che le diedero parola nel corso del tempo. Negli ambienti del Castello, appositamente allestiti “a salotto”, ai visitatori verrà data la possibilità di fruire della musica proprio nell’atmosfera che, originariamente, le faceva da contorno.
Ma non sono solamente i concerti a offrire spunti di coinvolgimento: all’interno della mostra, infatti, trova posto anche un singolare laboratorio, dedicato al restauro degli strumenti. Grazie alla collaborazione con il Centre International du Pianoforte et de la Harpe “Ad Libitum” di Besançon, in Francia, tra le sale dell’esposizione sarà possibile incontrare dal vivo le tecniche del restauro filologico degli strumenti a tastiera.
“Rifiorir d’antichi suoni” presta così il fianco ancora ad un’altra lettura: un percorso nella storia della mondanità e della vita musicale, ma con la possibilità di intravedere cosa si nasconde dietro la tecnica costruttiva degli strumenti, tra vernici naturali e legni pregiati.
A completare il quadro delle suggestioni avanzate dall’allestimento, il Castello del Buonconsiglio ospiterà anche una sezione dedicata al materiale - artigianale, storico e artistico - che ruota da sempre attorno al mondo del pianoforte. Ecco, dunque, una selezione di dipinti ed incisioni, che costituiscono una vera e propria galleria di ritratti: un viaggio tra i volti di celebri pianisti e famosi compositori, attraverso le loro espressioni e sguardi, fermati nel tempo sulla tela.
E ancora, per gli appassionati dei dettagli tecnici, un repertorio di disegni di meccaniche per entrare nella tecnologia storica dello strumento.
Infine, per quanti sono pronti a farsi conquistare dall’emozione di trovarsi di fronte ad un pezzo di storia intima e personale, una rassegna di lettere autografe, partiture, metodi originali per pianoforte: un percorso nella suggestione, mai cessata, del principe degli strumenti. E, ovviamente, dei suoi fautori illustri.