Rigoletto

«Rigoletto»
opera in tre atti di Francesco Maria Piave
musica di Giuseppe Verdi
direttore Massimo De Bernart
regia Stefano Monti
Orchestra Filarmonia Veneta Gian Francesco Malipiero
Coro del Teatro Sociale di Rovigo, Maestro del Coro Giorgio Mazzucato

nuovo allestimento - coproduzione del Teatro Sociale di Rovigo, del Teatro di Pisa, del Centro Servizi Culturali S. Chiara di Trento e della Fondazione "Nuovo Teatro Comunale e Auditorium Provinciale" di Bolzano

Rigoletto narra una storia molto dura, modernissima nella sua spietatezza. Il celebre buffone deforme che ne è protagonista, a contatto con un mondo che pure odia, dove il potere, il denaro, l'apparire rappresentano ciò che è importante, ha finito per assumerne i costumi: la violenza che costituisce l'energia motrice della corte a poco a poco penetra in lui come un cancro. Il primo segno della "malattia" è la crudeltà estrema che dimostra nei confronti di Monterone. L'isola di pace che Rigoletto ha creato attorno a Gilda è dunque solo un'illusione. L'amore paterno di Rigoletto è "malato": tiene la figlia segregata, prigioniera del proprio egoistico bisogno di purezza assoluta, senza comprenderne la sete di vita. Quando Gilda viene "contaminata" dal mondo, ciò che conta, per Rigoletto, è solo la vendetta. E' lui ad innescare la spirale di violenza che porterà alla morte della figlia. La voce di baritono viene utilizzata da Verdi per tratteggiare tutte le sfumature del dramma, dalla tenerezza al cinismo, dal furore alla disperazione. Il Duca, cinico libertino, non ama Gilda, ma si diverte ad affascinarla e ad attrarla a sé: la baldanzosa voce di tenore è il suo tratto distintivo ed il suo strumento di seduzione. Gilda, con il suo dolcissimo timbro sopranile, rappresenta l’innocenza, gettata in un attimo in un mondo crudele e sconosciuto: e forse il suo sacrificio finale rappresenta un estremo tentativo di restare nel mondo delle favole che le ha insegnato il padre, di continuare a credere nell'amore.