Ritratto Futurista. Disegni e grafica di Di Bosso, Pannaggi, Prampolini

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Ritratto Futurista
Disegni e grafica di Di Bosso, Pannaggi, Prampolini
a cura di Sergio Poggianella

Sul tema del ritratto, Transarte propone disegni e grafiche di tre illustri protagonisti della generazione futurista: ovvero Prampolini, Pannaggi e Di Bosso che, proprio attraverso i ritratti, sembrano ricostruire un ampio ventaglio fenomenologico d'interpretazione psicologica di Uomini e Personaggi. Una carrellata dagli anni Dieci agli anni Quaranta che fa viaggiare il tema del ritratto futurista dall’iniziale fase "analitica" della ricerca pittorico-plastica, per la successiva "sintetica", fino alla "meccanica", la più spinta nell'interpretazione formale analogica.

«Ecco l'individuo nuovo, futurista: uomo e donna singoli nel trasformato rapporto ambientale, l'interiorità singola dunque, il comportamento individuale, pur relativamente alla dimensione moderna di uomo moltiplicato, entro infatti il grande numero (e dunque verso I’automa quotidiano); i rapporti del singolo con gli altri, con il mondo, in una nuova antropologia globale fondata su un radicale rinnovamento gnoseologico e sensitivo. E perciò il ritratto, (…) tema dell'individuo sia in quanto fenomenologia iconologica della visibilità individualizzata dell’uomo futurista, nella sua condizione dunque di consapevolezza di un'implicazione in situazioni di dinamismo e simultaneità; sia tuttavia anche in quanto suggerimento di uno scavo specifico nella sua interiorità, attraverso o persino malgrado quella visibilità ideologicamente rappresentativa ma alquanto stereotipante» (Enrico Crispolti in E. Crispolti e F. Sborgi, Futurismo. I grandi temi 1909-1944 , Mazzotta Editore, pp.17-18).
Se è vero infatti che i Futuristi negavano l’individualismo e la centralità dell’Uomo nell’universo, altrettanto è vero, come spesso ha sottolineato Crispolti, che essi «riscattavano energicamente la dimensione dell'individuo quale nodo dinamico emotivo-immaginativo di interferenti simultaneità di provocazioni materiali e rispondenze psichiche».
Di Enrico Prampolini (1894-1956), autoritratti, ritratti e caricature – tra gli altri – di Pirandello, Govoni, Folgore, Rolandi, Huysmans e Delaunay manifestano la volontà di rimanere fedele alla fisionomia dei volti pur nella rapidità del tratto a matita; in rassegna anche una teoria di ritratti femminili in cui l’artista modenese cita l’esperienza cubista di Picasso. Ivo Pannaggi (1901-1981) affida ad una linea “pura e caricata” la fisionomia e il carattere di Giorgio de Chirico, Buster Keaton, Lövenstein, Rettaroli, Gallian, Askenazi: l’artista di Macerata, nei pochi e arditi segni, raffina la scelta verso l’astrazione figurativa e ne ricerca l’effetto di comicità. Infine tra le opere di Renato Di Bosso (1905-1982), un ritratto sintetico di Marinetti, padre del Futurismo a cui il veronese aderisce a partire dagli Anni Trenta, un ritratto inedito di Crali.Nell’aprile del 1910, Boccioni, Carrà, Russolo, Balla, e Severini, scrivevano “La Pittura Futurista, Manifesto Tecnico”, dove si legge: «La nostra brama di verità non può più essere appagata dalla Forma ne' dal Colore tradizionali ! Il gesto, per noi, non sarà più un momento fermato dal dinamismo universale: sarà, decisamente, la sensazione dinamica esternata come tale.Tutto si muove, tutto corre, tutto volge rapido. Una figura non e' mai stabile davanti a noi, ma appare e scompare incessantemente (…) Affermiamo ancora una volta che il ritratto, per essere un'opera d'arte, non può ne' deve assomigliare al suo modello, e che il pittore ha in sé i paesaggi che vuol produrre. Per dipingere una figura non bisogna farla; bisogna farne l'atmosfera». Da Di Bosso, Pannaggi e Prampolini, il ritratto come ricerca dell’espressione nella sigla futurista.


organizzazione: Galleria Transarte