Robert Schumann. Opera Omnia per Pedal-Flügel

Musica classica

ROBERT SCHUMANN
Zwickau 8.06.1810 ~ Endenich (Bonn) 29.07.1856

Figlio di un ricco libraio ed editore - la madre dava lezioni di pianoforte - Robert Schumann si appassionò durante l’infanzia alla poesia e alla musica. Nel 1828, per soddisfare il desiderio della madre, rimasta vedova, si iscrisse all’università di Lipsia per compiervi gli studi di diritto, continuando nonostante tutto a coltivare la passione per la musica. Nel 1830 divenne allievo di pianoforte di Frie-drich Wieck e si dedicò interamente alla musica, immergendosi subito in uno studio intenso per riguadagnare il tempo perso durante gli anni di università; in particolare, studiò intensamente il “Clavicembalo ben temperato” di Bach, di cui fece il proprio pane quotidiano. Schumann non poté coronare il sogno di diventare un grande pianista, a causa di esperimenti insensati a cui si sottopose per perfezionare la sua tecnica pianistica, esperimenti che gli causarono la perdita dell’uso dell’anulare della mano destra. Egli decise allora di dedicarsi alla composizione. Fece molti viaggi in Italia: a Brescia, Milano, Venezia e rimase affascinato dalle musiche italiane; scriveva con passione e secondo il suo umore e stato d’animo, firmando talvolta i suoi lavori con pseudonimi come “Eusebio” e “Florestano”. Introspettiva e spesso stravagante, la sua prima produzione è stata un tentativo di rompere con la tradizione delle forme e delle strutture classiche, che riteneva troppo restrittive. Con le sue composizioni Schumann attrasse l’attenzione di molti e si trovò al centro di una cerchia di giovani musicisti e appassionati di musica. Questo circolo, chiamato Lega di David, fondò nel 1834 la Neue Zeitschrift für Musik, rivista di progresso musicale, tuttora pubblicata, destinata ad opporsi ai vecchi metodi di insegnamento, che impedivano lo slancio dell’arte, e ad un certo dilettantismo invadente. Tra il 1835 ed il 1844 Schumann redasse quasi da solo la rivista, scrivendo un gran numero di articoli e studi, ma le sue prime composizioni non trovarono favore che nella stretta cerchia degli amici, mentre per il grande pubblico risultavano troppo complesse. Innamoratosi della figlia del suo maestro, Clara Wieck, talentuosissima pianista e compositrice, coronò il suo sogno nel 1840; i primi anni di matrimonio furono anni felicissimi e fecondi per Schumann. Una decina d’anni più tardi, chiamato a Düsseldorf come direttore generale della musica, si aggravarono i sintomi della sua instabilità mentale, già manifestati in precedenza. Internato in manicomio, si trascinò ancora per due anni, appena rischiarati da fuggevoli lampi di lucidità, sempre assistito dalla moglie e dall’amico Brahms fino alla morte. Schumann è uno dei compositori romantici per eccellenza; le sue opere sono un esempio raro di passionalità focosa e di sentimenti intimi, delicati, sensuali, lacrimevoli, autunnali. Il suo stile, ricco di sfumature, ma sempre chiaro e preciso nella condotta delle parti, è espresso attraverso un uso dell’armonia assai personale, che, come avviene per i suoi grandi contemporanei (in particolare Chopin e Liszt), si rende immediatamente riconoscibile all’orecchio dell’ascoltatore, soprattutto nei piccoli e numerosissimi brani per pianoforte. Al contrario di altri compositori romantici, Schumann non suonava l’organo, se non del tutto occasionalmente, sebbene avesse manifestato l’intenzione di accostarvisi dopo aver provato alcuni strumenti storici.

Fu invece molto attratto dal “Pedalklavier”, o “Pedalpiano”, di nuova invenzione; ne fu talmente entusiasta da convincere Mendelssohn a costituire presso il conservatorio di Lipsia una cattedra dedicata a questo strumento. Per il “Pianoforte con pedaliera” Schumann compose nel 1845 i Sei Studi in forma di canone op. 56, i Quattro Schizzi op. 58 e le Sei Fughe su B.A.C.H. op. 60. La loro esecuzione organistica, consacrata dall’edizione di Marcel Dupré del 1949, non è scevra da problematiche timbriche e di scrittura, essendo pagine nate per una destinazione cameristica, ben lontana dalle sonorità ieratiche del re degli strumenti.

Studien für den Pedal-Flügel Op. 56 *
N° 1 in Do maggiore - Nicht zu Schnell
N° 2 in la minore - Mit innigem Ausdruck
N° 3 in Mi maggiore - Andantino-Etwas schneller
N° 4 in La bem. maggiore - Innig
N° 5 in si minore - Nicht zu schnell
N° 6 in Si maggiore - Adagio

Skizzen für den Pedal-Flügel Op. 58 **
N° 1 in do minore - Nicht schnell und sehr markirt
N° 2 in Do maggiore - Nicht schnell und sehr markirt
N° 3 in fa minore - Lebhaft
N° 4 in Re bem. maggiore - Allegretto

Sechs Fugen über den namen BACH
für Orgel oder Pianoforte mit Pedal Op. 60
N° 1 in Si bem. maggiore - Langsam **
N° 2 in Si bem. maggiore - Lebhaft *
N° 3 in sol minore - Mit sanften Stimmen **
N° 4 in Si bem. maggiore - Mässig, doch nicht zu langsam **
N° 5 in Fa maggiore - Lebhaft *
N° 6 in Si bemolle maggiore - Mässig, nach und nach schneller *

all’organo:
Simone Vebber *
Stefano Rattini **


organizzazione: Associazione Organistica Trentina "Renato Lunelli"