Robot: viaggio nella fantascienza

Convegno

Robot: Arte, Scienza, Futuro
I robot e le arti

Cafè scientifico - "Robot: viaggio nella fantascienza"
Un autore e critico della fantascienza dialoga con il pubblico sul tema dei robot nella fantascienza.

Fin dalla nascita della fantascienza negli anni '20, la scienza è stata la sua forza guida e in qualche modo la fantascienza stessa è riuscita a contraccambiare. Sarebbe mai esistito un programma spaziale senza la fantascienza? Mentre i robot che costruiscono auto nelle fabbriche giapponesi hanno una rassomiglianza molto vaga con quelli di "Io, Robot", per esempio, questi non potrebbero proprio esistere se non fosse stato per Isaac Asimov e compagni. Molte generazioni di scienziati e ingegneri sono cresciute leggendo science fiction. Il robot è stato prima un mostro di latta dalla grande forza e dal "cervello" modestissimo, ma anche una creatura che entra nell'immaginario collettivo. Pensiamo a Maria di "Metropolis", interpretata da Brigitte Helm nella celebre pellicola del 1926 di Fritz Lang. Ma è un caso raro: il robot torna ad essere ora un ammasso di ferro che suscita tenerezza (nel serial "The Phantom Empire" del 1935) o entra ancora una volta nel mito per la sua forma e anche la forza, come Gort o Robbie the Robot nel "Pianeta proibito"). I robot di "Guerre Stellari" di George Lucas, D3-B0 e C1-P8 continuano a essere ferraglia più o meno evoluta: dobbiamo attendere il serial "Star Trek the Next Generation" per trovare il popolo dei Borg. Questi rappresentano dei cyborg in piena regola: sono un "popolo collettivo",che ha una mente comune e come obiettivo quello di assimilare tutti gli esseri che incontrano, ai quali impiantano parti meccaniche. La fantascienza ancora una volta suggerisce una risposta ai futuri problemi della scienza: cosa fare quando i cyborg cammineranno per le strade e rischieranno di diventare una minaccia per gli esseri umani? Proviamo a dargli una coscienza, a trasformarli in bravi cittadini. Alla fine potrebbero diventare un po' come noi. Un giorno forse non troppo lontano potrebbe capitare di imbattersi in una creatura che avanza su due gambe, con il corpo di lega speciale e il cervello umano coltivato nei migliori laboratori.

Giovanni Mongini
Giovanni Mongini è nato a Quartesana (FE) nel 1944. Ha scritto nel 1976 la prima edizione della "Storia del cinema di fantascienza" per la Fanucci Editore; ha pubblicato numerosi articoli di cinema per molte riviste specializzate, fra cui Robot, Alien, Urania, Adventure Flash, Gulliver, Nova SF. Ha prodotto il film "De Profundis" per la regia di Luigi Cozzi e ha scritto con lui il libro "George Pal - Il conquistatore delle stelle" per la Nebula Film. Oltre a stendere la nuova "Storia del cinema di fantascienza" e gli imponenti volumi a schede "La fantascienza sugli schermi" per la Perseo Libri, ha scritto il romanzo "Il popolo che perse le stelle". Giovanni Mongini è ritenuto il maggiore esperto e collezionista di cinema di fantascienza in Italia.


organizzazione: Museo Tridentino di Scienze Naturali