Sanfilippo, un maestro dell'astrattismo europeo
Autore ancora poco noto, anche se è accertato il suo ruolo di punta in Italia tra gli iniziatori di una pittura di puro segno, Sanfilippo sosteneva che il «segno è lelemento essenziale dellespressione, il primo grado di una forma, larticolazione di un linguaggio»
Con la mostra monografica dedicata a Sanfilippo (1923-1980), il MART intende promuovere lattenzione su un protagonista dellastrattismo italiano ed europeo, dimenticato dalla storiografia critica, il cui contributo verrà giustamente messo in luce dagli esiti delle ultime ricerche di uno studioso di indubbia fama, Fabrizio DAmico, a cui è affidata la cura della mostra e del catalogo.
Lesposizione - tesa a ricostruire il percorso artistico del pittore dagli anni Cinquanta fino ai primi anni Settanta - raccoglie quasi un centinaio di opere, principalmente dipinti ad olio ma cè anche una sezione di grafica, per lo più appartenenti a collezioni private - tra cui il prezioso Archivio Sanfilippo curato dalla figlia Antonella - ma anche provenienti dai più importanti musei darte contemporanea dItalia.
Gli esordi del maestro siciliano lo portano ad avvicinarsi al Neocubismo, linguaggio che allora "dominava" la scena, e lo vedono partecipare assiduamente al gruppo FORMA, di cui fa parte anche la moglie Carla Accardi, compagna che grande importanza avrà sul suo percorso artistico, soprattutto nella fase monocromatica dei secondi anni Cinquanta.Con il 1950 lartista individua la propria strada che lo porterà, dal concretismo di matrice cubista e costruttivista, a definire quello che è stato chiamato il "segno" di Sanfilippo.
La mostra approfondisce la sua opera a partire dal 52, soffermandosi sinteticamente sugli anni precedenti. È dal biennio 53-54 infatti che la nozione di segno diventa cruciale: «Mi servo quasi esclusivamente di segni grafici posti sulla superficie con molta immediatezza e rapidità e tali da formare un insieme non arbitrario o casuale ma conseguente ad un determinato ragionamento formale. La forma viene così determinata dal complesso variamente raggruppato dei segni che nei miei quadri hanno una grande variazione» disse lartista.
Altrettanto importante, nel suo ricercare, è il concetto di spazio, uno spazio «da riempire, da popolare, da infittire: con un horror vacui che è prima di tutto amore per la forma originaria» così come ebbe a precisare. Questo concetto è strettamente correlato alla differenza - fondamentale nel pittore siciliano - tra informale e astrattismo. Antonio Sanfilippo fu un «maestro dellAstrattismo europeo», più che dellinformale, perché una forma ("nuvola, galassia, o corpo celeste") definibile e definita, è presente nelle sue opere, seppur forse intesa come spazio invaso dal segno-colore.
Mostra a cura di Fabrizio DAmico e Gabriella Belli. Coordinamento: Alessandra Tiddia
Contributi di Irene Amadei, Giovanni Maria Accame, Pier Paolo Pancotto.
organizzazione: MART Museo di Arte Moderna e Contemporanea