Schedati, perseguitati, sterminati
Malati psichici e disabili durante il nazionalsocialismo
Un'esposizione che si confronta con il pensiero e i presupposti istituzionali che hanno reso possibili le uccisionidi migliaia di malati psichici e i disabili durante il nazionalsocialismo. Attraverso storie di vita esemplari vengono restituiti i volti, i nomi e le biografie delle vittime, che finalmente emergono con quella individualità e umanità che le persecuzioni volevano cancellare.
Tra le vittime del nazionalsocialismo ci furono anche i malati psichici e i disabili, considerati un peso per il popolo tedesco. 400.000 persone furono sterilizzate contro la loro volontà e più di 200.000, ricoverate per lo più negli ospedali psichiatrici, furono assassinate. Questa mostra, che si rivolge a un vasto pubblico, si confronta con il pensiero e i presupposti istituzionali che hanno reso possibili le uccisioni. Si occupa sia delle vittime che dei carnefici e indaga sul silenzio che ha coperto i crimini dal 1945 fino agli anni '80, quando alcuni sopravvissuti, familiari delle vittime e psichiatri iniziarono ad affrontare il passato. Attraverso storie di vita esemplari vengono restituiti i volti, i nomi e le biografie delle vittime, che finalmente emergono con quella individualità e umanità che le persecuzioni volevano cancellare.
Durante il fascismo non vi furono persecuzioni paragonabili agli omicidi di massa dei malati e dei disabili perpetrati in Germania. Tuttavia, l'acritica adesione della Società Italiana di Psichiatria all'ideologia fascista portò a un enorme aumento dei ricoveri e della mortalità nei manicomi e il presidente della SIP apparve fra i firmatari del Manifesto della razza che costituiva il fondamento pseudoscientifico delle leggi razziali del 1938.
Nella sezione aggiuntiva (Malati, manicomi e psichiatri in Italia: dal ventennio fascista alla seconda guerra mondiale), la SIP si confronta con il proprio passato, facendo ammenda delle posizioni assunte allora sul fascismo e sul razzismo.
Ingresso libero
da martedì a domenica, ore 9-18. Chiuso il 25 dicembre e il 1° gennaio. Ingresso libero.
organizzazione: Fondazione museo storico del Trentino