Scolta l'eco del cor

Musica

Rovereto Estate 2008
Musica

Scolta l'eco del cor
A 90 anni dalla fine della Grande Guerra un itinerario di canti alpini, sonate e letture della Prima Guerra Mondiale

INTERPRETI:
Canti: Coro Monte Zugna
Sonate: corno solo - M° Massimo Simoncelli
Testi: Aldo Frisinghelli

Canti, poesie e suoni, in occasione del 90° anniversario della fine della Grande Guerra, con il Coro Monte Zugna di Lizzana.
Il Coro Monte Zugna che affonda le proprie radici sulle pendici della montagna omonima, intende rendere omaggio alla vita che si è fatta storia in questi luoghi. Verranno proposti alcuni canti composti nel corso della Grande Guerra, alternati dalla lettura di poesie scritte nello stesso periodo da autori quali Ungaretti, Rebora, Quasimodo, Saint-Exupéri.

"Siamo sulle spalle dei giganti", qualcuno ha detto; se però noi non ce ne rendiamo conto, se facciamo finta di niente, il cammino e gli sforzi dei nostri predecessori saranno stati vani. È dovere di tutti infatti, non solo degli uomini di cultura e di potere, apprezzare e conoscere la vita di chi ha vissuto prima di noi. Non siamo tuttavia qui per commemorare un lontano ricordo che altro non fa che renderci prigionieri del passato, siamo qui perché solo attraverso la memoria il presente viene illuminato, e noi vogliamo essere protagonisti di questo presente.
Questa serata nasce così dalla convinzione che per poter capire meglio quello che siamo e quello che saremo, sia necessario voltarsi indietro, con occhio critico e indagatore. L'umanità che viene trattata è amplissima, un ritratto a tutto tondo di quello che può essere e quindi fare un uomo nella condizione innaturale della guerra. Ci appare proprio come da queste condizioni estreme si riveli la parte più intima di ognuno. E le opere composte nel corso delle Guerre non fanno sconti a nessuno, descrivono storie di vita vissuta: dai gesti nobili fino al sacrificio della vita, alle nefandezze, uomini distrutti dalla fame, dal gelo e dalla paura, ridotti spesso al delirio, al tradimento, alla bestialità. Ma i vari autori hanno il pregio di non esprimere condanne: semplicemente raccontano con la qualità, sempre più rara, dell'onestà.
Questa percorso vuole essere un omaggio alla Vita che si fa storia, personale e collettiva; nella scelta dei pezzi proposti infatti è stato usato il criterio della Bellezza e della Verità: per scrivere e per raggiungere la verità, è sempre necessario un fondo di realtà rappresentata da uomini e donne realmente esistiti, da fatti realmente accaduti.
Probabilmente è proprio questo il motivo per cui questi pezzi sono capiti e apprezzati nelle più diverse e lontane parti del mondo. Qualcuno infatti potrebbe chiedersi ‘Come può una persona di qualche lontano paese cogliere le vicende di vita vissuta sulle nostre montagne?'. Ma quanto proposto in questa serata ha al centro l'uomo che, nel suo intimo, ovunque viva, rimane lo stesso. "Separati dalle distanze, ma uniti dalla Verità".

PROGRAMMA
- Sonata corno solo – medley con a tema il ricordo;
▪ Memoria Un linguaggio volutamente semplice caratterizza questa poesia, senza fronzoli o giochi di parole, ma fortemente evocativo. A livello profondo le cose cambiano: la poesia mostra una complessità se riferita a una situazione sociale e politica, della quale è innegabile la metafora. (D.M.Turoldo)
• Sui Monti Scarpazi Canzone tragica e possente, ma anche poesia d’amore e ode contro la guerra, che più di ogni altra richiama alla memoria la tragedia dei soldati trentini portati, novant’anni fa, a combattere nelle trincee scavate sui Monti Carpazi. (A.Pedrotti)

▪San Martino del Carso L’immagine di un paese distrutto dalla guerra, è per il poeta l’equivalente delle distruzioni che sono celate nel suo cuore, causate dalla dolorosa perdita di tanti amici cari. Ancora una volta il poeta trova nelle immagini esterne una corrispondenza con quanto egli prova nei confronti dell’uomo, annullato dalla guerra. (G. Ungaretti)
• Monte Pasubio Inno nostalgico degli Alpini impegnati sul fronte, ormai lontani dalla propria casa che si stanno sacrificando per la Patria. (B. De Marzi)
▪ Il bene perduto Per la poetessa, amica di Carducci, noi siamo quel livello della natura in cui la natura diventa bisogno di rapporto con l’infinito. Prima di questo, tutto crolla; prima di questa sponda eterna e infinita, tutto crolla, anche il viso della persona più amata si sfascia, anche le cose più possedute ci sfuggono di mano. Sembra bello, appena lo stringiamo, e poi si incenerisce, è un inseguire cose che poi passato il momento iniziale di soddisfazione non reggono la nostra domanda di felicità (nella mano stretta si sfece), per cui sarebbe più ragionevole fare rinuncia alla felicità a meno che... una risposta alla mia felicità esista veramente. (O. Mazzoni)
• Monte Canino Canto popolare che fa riferimento al Monte Canin in provincia di Udine, teatro durante la prima guerra mondiale di aspri combattimenti tra l'esercito italiano e quello austriaco. Esso racconta e documenta ancor oggi le sofferenze degli alpini nel corso dell'estenuante guerra di posizione in cui gli eserciti contendevano palmo a palmo i terreni più impervi, costretti a combattere e a morire di ferite o di stenti a 2.500 metri di quota. (G. Malatesta)
▪ La casa in collina L’autore, come altri scrittori coinvolti in prima persona nel conflitto, si sofferma molto sulle esperienze vissute, racconti di uccisioni strazianti, di città distrutte. (C. Pavese)
• Il testamento del capitano Forse la più poetica canzone degli Alpini, venne subito imparata dai soldati di ogni arma e specialità e naturalmente modificata ed adattata secondo gusti e tradizioni: pur tuttavia resta e resterà sempre alpina. (L. Pigarelli)
▪ Veglia Il poeta ha accanto un soldato morto, con le mani congelate e la bocca digrignante volta verso la luce della luna. Nonostante questa situazione penosa e terrificante, il poeta scrive una lettera d’amore, attaccato alla vita come non mai. Nella drammaticità della situazione, percepisce solo la propria volontà di vivere, che prevale su tutto. Anche questa consuetudine con la tragedia induce una riflessione sull'umanità/disumanità della situazione (G. Ungaretti)
• Ai preat Caposaldo indiscusso della musica friulana, narra la preghiera di una giovane sposa affinché il suo amato possa tornare sano e salvo dalle atrocità della guerra. (L. Pigarelli)
▪ Dall’immagine tesa Il poeta ha mescolato in poesia esistenzialità e moralità, disperazione e speranza, rifiuto dell'esistente e ansia di assoluto, fino a costruire uno dei più autentici monumenti di poetica espressionistica della letteratura dei primi anni del ‘900. (C. Rebora)
• L’ultima notte degli alpini Struggente canzone che narra la ritirata degli alpini sul suolo russo, caratterizzata dal grande gelo dell’inverno russo e dall’equipaggiamento non adatto ai soldati. (B. De Marzi)
- Sonata corno solo – medley con a tema il ricordo;


organizzazione: Coro Monte Zugna di Lizzana