Segantini. La memoria delle immagini

Mostra

A cura di Alessandra Tiddia
In collaborazione con MART Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto

Cosa decide la fortuna di un artista? Il suo talento, la qualità delle opere. Certamente sono fattori determinanti, ma altrettanto rilevante è la conoscenza e la diffusione del suo lavoro.
A tale scopo fra fine '800 e i primi anni del '900 si organizzano, ad esempio, le grandi esposizioni internazionali d’arte. Le Secessioni nascono soprattutto come organizzazioni in grado di fornire spazi espositivi alle forze artistiche più giovani escluse dai Salons ufficiali.
Un altro strumento determinante è rappresentato dalle edizioni d’arte, dai cataloghi delle mostre alle monografie. Le principali case editrici europee di inizio secolo pubblicano le monografie non più solo degli Old Masters, ma anche quelle degli artisti contemporanei. La monografia sancisce l’affermazione, talvolta la consacrazione di un artista, attraverso il valore del testo critico, ma soprattutto attraverso la qualità delle immagini pubblicate.
Il progresso tecnologico favorisce la diffusione delle riproduzioni dei capolavori, attraverso l’innovazione continua di metodi di fotografia e di stampa e di riproduzione meccanica che assumono di volta in volta il nome di fotoincisioni, photogravure, collotipia, eliotipia, zincografia, ecc., ma soprattutto consente il passaggio dalla foto alla riproduzione a stampa in b/n e a quella a colori.
Si tratta di un passaggio rivoluzionario per la percezione dell’opera, che apre e amplia contemporaneamente il mercato dei fac-simile, progenitori dei poster odierni, o nell’era digitale, delle immagini scaricabili da internet.
La mostra espone dunque una serie di immagini fotografiche e di riproduzioni fotomeccaniche delle opere di Giovanni Segantini, conservate nelle collezioni del Mart e nell’Archivio di Vittore Grubicy e Benvenuto Benvenuti, anch’esso presso il Mart, accanto alle cartoline, pezzi unici, realizzati con la tecnica dell’acquaforte dai figli Gottardo e Mario Segantini, che detennero a lungo i diritti di riproduzione dell’opera paterna. La destinazione d’uso delle riproduzioni delle sue opere era finalizzata non solo ai cataloghi d’arte, ma anche alla vendita di tavole sciolte, o alla creazione di album di lusso.
Partendo dallo stretto legame fra la fortuna critica di un autore e le sue modalità di riproduzione, la mostra intende sollecitare alcune riflessioni non solo sul tema della valorizzazione degli artisti o su quello della riproducibilità dell’opera d’arte, ma aprirsi a questioni più contemporanee legate ai concetti di dominio pubblico, di opera libera, dell’open source, che oggi nell’era di Wikipedia, vera e propria enciclopedia di informazioni, testi e immagini a contenuto libero oltre che ad accesso libero, sono sempre più di dominio pubblico, appunto.
L’iniziativa espositiva intende assumere anche una valenza attiva nel proseguire l’opera di valorizzazione e diffusione del lavoro di Segantini, aprendo al confronto con le opere nella loro versione definitiva, non solo attraverso l’esposizione di queste testimonianze, ma proponendo anche un intervento “attivo” su Wikipedia con l’aggiornamento dei testi relativi ad alcune parole chiave della mostra, e la messa in rete delle immagini delle riproduzioni fotografiche esposte in mostra, favorendo così confronti, ricerche e studi futuri.


organizzazione: MAG Museo Alto Garda