Serata alpinistica: Himalaya, ieri e oggi

Convegno

58° TrentoFilmFestival
Eventi

Dall’omaggio a Kurt Diemberger a 50 anni dalla prima salita del Dhaulagiri all’alpinismo himalayano oggi.
Con Nives Meroi, Kurt Diemberger, Krzysztof Wielicki e Ang Tshering Sherpa
Presentano Francesca Mazzalai e Roberto Mantovani

Una storia fuori dall’ordinario ma, nel suo insieme, poco conosciuta dagli stessi alpinisti. Colpa, probabilmente, delle smisurate dimensioni del terreno di gioco. Anche perché in tutto il pianeta non esiste nulla di paragonabile al sistema orografico Karakorum-Himalaya. Per secoli terra più immaginaria che reale, la regione asiatica fu teatro di esplorazioni per tutto il corso dell’800. L’interesse per quel mondo intrigò mercanti e naturalisti, viaggiatori e studiosi, geografi e politici. Dopo i tentativi britannici all’Everest nel periodo compreso tra le due guerre, solo negli anni ’50 del ’900 gli scalatori riuscirono a mettere piede sulle vette più alte. Dal 1950 al 1964 furono salite le vette di tutti i 14 ottomila, e in seguito vennero tracciati itinerari sempre più difficili e impegnativi. Oltre alla cosiddetta “corsa” alle vette più elevate, si registrarono ascensioni senza ossigeno, in stile alpino e persino in solitaria. Negli anni ‘80 si aprì la difficile stagione delle scalate invernali, a tutt’oggi ancora non conclusa. E poi, a sorpresa, ecco la vicenda dell’himalaysmo femminile, imperniata sulla collezione degli 8000. E ancora non è finita, perché all’inizio del terzo millennio, sul versante settentrionale dell’immane grande catena, rimangono ancora vasti territori da esplorare e un’infinità di pareti da salire. Kurt Diemberger è l'unico alpinista vivente ad avere all'attivo due prime ascensioni assolute di cime oltre gli ottomila metri. Nel 1957 con Hermann Buhl ed altri due compagni conquistò senza portatori di alta quota e senza respiratori il Broad Peak, introducendo in questo modo lo stile alpino in Himalaya. Nel 1960 conquistò il Dhaulagiri, probabilmente la cima più alta che sia mai stata raggiunta, in prima assoluta, senza l'uso di ossigeno. Dopo una pausa di 18 anni, dedicati a viaggi avventurosi in giro per il mondo, nel 1978 Diemberger ha ripreso a scalare le montagne più alte della terra. Nel 1978 infatti ha raggiunto la cima del Makalu (8481 m) ed in autunno quella dell'Everest (8850 m), realizzando il primo film in sonoro sincrono dalla vetta. Ha poi salito il Gasherbrum Il (8035 m) ed è ritornato a scalare il Broad Peak - dopo 27 anni. E’ ripetutamente andato al K2, dove ha realizzato quattro film.

Krzysztof Wielicki La sua attività di alpinista himalaysta sulle vette più alte della terra, si apre con il Monte Everest. Il tetto del mondo non è stato solo il suo primo “ottomila” (1980), vi è infatti giunto in vetta compiendo la prima ascensione invernale. Poi il Broad Peak nel 1984, da solo, salendo in vetta e ritornando al campo base in meno di 22 ore. Nel 1984 apre una nuova via sul Manaslu e vi ritorna la seconda volta nel 1992 dal versante nord. Ancora una prima invernale nel 1986 sul Kangchenjunga e lo stesso anno il Makalu in stile alpino. Da solo, e sempre in inverno, nel 1988 sale il Lhotse. Poi è la volta del Dhaulagiri nel 1990 con una nuova via, da solo, in 17 ore. Ripete nel 1991 la via degli inglesi sul versante sud dell’Annapurna e nel 1993 la via dei polacchi al Cho Oyo. Sullo Shisa Pangma apre da solo nel 1993 una nuova via in 20 ore, mentre i due Gasherbrum li conquista nel 1995 in stile alpino. Nel 1996 raggiunge il K2 dallo sperone nord, dopo tre mesi di dura lotta contro il tempo e le difficoltà, al termine del quale, quasi di corsa e da solo, tocca la vetta del Nanga Parbat. Con la salita di questa vetta Wielicki è diventato il quinto uomo ad aver scalato tutti i 14 ottomila.

Nives Meroi Nata a Bonate Sotto (BG) il 17 settembre 1961 da oltre vent'anni risiede in Friuli Venezia Giulia a Fusine Laghi (UD), ove ha conosciuto il marito, Romano Benet. Nives e Romano, compagni di vita e di cordata, arrampicano insieme da oltre 20 anni. Col tempo il loro amore per la montagna li ha spinti ad esplorare orizzonti sempre più lontani, dove l'aria è rarefatta e, come è solita dire Nives, "dove ogni passo diventa uno sforzo di volontà". Un alpinismo by fair means, con uno stile leggero e pulito: senza l'ausilio di ossigeno supplementare, portatori d'alta quota e campi fissi, un confronto onesto con sé stessi e la montagna. Un percorso fatto di grandi successi, come la salita, nel 2003 e in soli venti giorni, di tre dei 14 Ottomila della Terra (Gasherbrum II, Gasherbrum I, Broad Peak), seconda cordata al mondo ad aver realizzato un'impresa simile e, Nives, prima donna in assoluto nella storia dell'alpinismo.
Senza dimenticare le celebri salite al Dhaulagiri, al K2 e all'Everest, montagne amate e a lungo corteggiate, che nella stagione 2006-2007 si sono finalmente concesse loro. Sono undici i giganti della terra che Nives e Romano hanno salito sin'ora.

Ang Tshering Sherpa E’ nato nel 1953 nel villaggio di Khumjung vicino a Namche Bazar nel distretto Solo Khumbu (Valle dell’Everest). Ha studiato nelle scuole aperte da Sir Edmund Hillary e frequentato per sei anni il monastero di Tengboche. Ha quindi lavorato a lungo nel settore dei trekking turistici. Nel 1982 ha fondato Asian Trekking, oggi la principale agenzia nepalese che organizza e gestisce trekking in tutta l’area himalayana dal Nepal al Tibet oltre a fornire il supporto alle maggiori spedizioni all’Everest. E’ presidente della Nepal Mountaineering Association, il Club Alpino Nepalese e console onorario del Belgio. La sua attività lo ha portato ad essere un testimone diretto dei profondi cambiamenti climatici che stanno interessando la regione himalayana. È stato il coordinatore dell'incontro del Consiglio dei Ministri del Nepal al Campo Base dell'Everest/Kalapathar Plateau (5542 metri) del 4 Dicembre 2009, e inoltre coordinatore del vertice alpinistico internazionale per la salvaguardia dell'Himalaya a Copenhagen del 11 dicembre 2009 in occasione della giornata internazionale della montagna.