Serve celebrare i centenari?

Convegno

Mercoledì 16 ottobre alla Fondazione Bruno Kessler di Trento l'incontro con Armando Massarenti (Il Sole 24 Ore) e Giovanni Carletti (Editori Laterza), organizzato dall'Istituto storico italo-germanico e moderato dal direttore dell'Adige Pierangelo Giovanetti.

Serve celebrare i centenari e, più in generale, gli anniversari per promuovere la conoscenza della storia? Il quesito sarà al centro della tavola rotonda organizzata dall'Istituto storico italo-germanico della Fondazione Bruno Kessler per mercoledì 16 ottobre alle ore 17.45 nella sede della FBK in via S. Croce, 77 a Trento.
Protagonisti dell'incontro saranno Armando Massarenti, responsabile del supplemento culturale de Il Sole 24 Ore "Domenica", Giovanni Carletti, editor per il settore storia della casa editrice "Editori Laterza", e il direttore del quotidiano "L'Adige" Pierangelo Giovanetti, che modererà il dibattito.
Si tratta della seconda parte di una riflessione sull'uso pubblico della storiografia che era iniziata lo scorso giugno con una tavola rotonda, sempre alla Fondazione Bruno Kessler, a cui avevano partecipato lo stesso Pierangelo Giovanetti, il direttore dell'Istituto storico Paolo Pombeni, la giornalista di Repubblica Simonetta Fiori e l'editor della casa editrice "Il Mulino" Ugo Berti.
Come nella precedente occasione, i relatori si confronteranno sul fenomeno della sovrabbondante pubblicazione di libri cui si assiste spesso alla vigilia di un anniversario storico per capire fino a che punto sia frutto di un attento lavoro di ricerca da parte degli studiosi e quando inizia invece ad essere soprattutto una risposta alle esigenze di mercato.
L'appuntamento è aperto a tutti gli interessati, con ingresso libero.

Abstract dell'incontro:
Serve celebrare i centenari (e più in generale gli anniversari) per promuovere la conoscenza della storia?
Di nuovo dunque ad affrontare un tema intrigante sono chiamati il giornalista responsabile di uno dei più autorevoli fogli che in Italia "fanno cultura" e chi all'interno di una delle più prestigiose ed attive editrici di cultura si occupa di selezionare e promuovere i libri di storia.
Cosa rappresentano in questi contesti gli anniversari? Certamente –perché negarlo- delle occasioni per cui un pubblico più largo viene attirato a prendere in mano libri con la riconsiderazione di un certo avvenimento. Non si tratta di un fenomeno di per sé negativo, anche se, per amplificarne la ricezione, spesso si scivola poi nella produzione di pamphlet di dubbia serietà, nella considerazione disinvolta che a fare cassetta sia la dissacrazione a tutti i costi di una certa rappresentazione acquisita.
Però, visto che la fama di notorietà in una società dello spettacolo come è la nostra la fa da padrona, questo modo di approcciare il fenomeno condiziona anche la produzione storiografica per così dire professionale e dunque si rischia di ottenere una concentrazione di ricerche che sono più attente all'illusione di ottenere visibilità presso un largo pubblico che alla qualità e al progresso delle ricerche. D'altro canto le celebrazioni degli anniversari consentono, sia pure ormai in maniera limitata, qualche accesso a finanziamenti che purtroppo nel campo delle scienze umane sono piuttosto rari.
Di questo sono chiamati a discutere dal punto di vista dei rispettivi osservatori privilegiati i partecipanti alla tavola rotonda


organizzazione: FBK-Isig Istituto storico italo-germanico