Sette anni in Tibet

Cinema

Usa/Uk, 1997
Titolo originale: Seven Years in Tibet
Genere: Avventura
Durata: 135'
Regia: Jean-Jacques Annaud
Cast: Brad Pitt, David Thewlis, Dorjee Tsering

La storia vera dell'austriaco Heinrich Harrer (1912), tratta dalla sua autobiografia: alpinista, campione di sci, attore di film di montagna, arruolato nelle SS, conquistatore dell'Eiger nel 1938, mancato scalatore nel 1939 del Nanga Parbat, uno degli 8000 della catena himalayana, prigioniero degli inglesi durante la guerra, evade dal campo di prigionia nel 1942 con un compagno. Giunto a Lhasa, città proibita del Tibet, diventa amico di un Dalai Lama adolescente, cinefilo e curioso dell'Occidente e sposa una sartina del luogo. Arrivati i cinesi invasori, torna in Austria. Colossal alla "National Geographic" di grandiosità vacua senza brividi né vere emozioni in linea con la moda del buddismo tibetano, le velleità spiritualeggianti e New Age di fine millennio, care agli intellettuali mezze calze della cultura euroamericana che si proclamano atei, ma spiritualisti, riducono il buddismo al suo afflato pacifista e alla compassione universale con tanto di codino alla Baggio. La conversione di Harrer (il bel B. Pitt) da nazista egoista, spavaldo e muscolare ad adulto mite, buono e gentile è enunciata senza sfumature, ma non raccontata. Sfilacciato, prolisso e un po' tedioso anche nelle sue parti semidocumentaristiche nell'esotismo quotidiano di Lhasa. Scritto da Becky Johnston. 4 operatori alla cinepresa.


organizzazione: Associazione ventitremarzo