Shlof mayn Kind
Gattolupesco Teatro
Shlof mayn Kind (Dormi bambino mio)
Progetto di GattoLupescoTeatro
Con Matteo Capponi, Francesco Cesarini, Graziella Possenti, Nazzarena Romualdi, Amanda Spernicelli - al suono Aldo Vianello - progetto drammaturgico Graziella Possenti
regia Silvio Castiglioni
contributo allallestimento Massimo Cesarini, Sandro Zavatti, Roberto Montanari, foto Claudio Castellani
Shlof mayn kind (dormi bambino mio) è una meditazione sullOlocausto dedicata a quanti si ostinano a interrogare le zone buie del nostro passato.
Gli eventi che la Giornata della Memoria (il 27 gennaio) ci invita a non dimenticare sono pesanti come macigni. Per la loro dismisura si avrebbe qualche volta la tentazione, anche solo per stanchezza, di ignorarli o di cancellarli del tutto. Eppure se proviamo a metterci nei panni di chi desidera sapere allora non si può esitare. E se si vuole evitare di camminare ancora una volta verso il buio occorre accettare le domande più difficili, non dare nulla per scontato e ricominciare il racconto della storia da capo.
Per sostenere la prova con la necessaria leggerezza abbiamo chiesto a un bambino e ad una adolescente, Francesco e Amanda, di portare le loro domande in scena con noi. Insieme abbiamo cercato un sentiero per superare lorrore e far posto al diritto di ogni nuova generazione allo stato di innocenza.
Shlof mayn kind è il titolo di una canzone cantata da Moni Ovadia. Le sue musiche accompagnano le nostre danze e le parole di coloro che hanno patito la bufera e ne hanno dato testimonianza: Primo Levi, Ruth Kluger, Benjamin Wilkomirski, Anna Frank, Hetty Hillesum, Helga Schneider. A loro si ispirano le sette scene, o quadri:
1. La notte prima della partenza - Primo Levi Se questo è un uomo
2. Storia di Ruth, che ce lha fatta - Ruth Kluger Vivere ancora
3. Il desiderio di un bacio - Anna Frank Diario
4. Un posticino per la gatta randagia - Hetty Hillesum Diario
5. Vorrei - Anna Frank Diario
6. Lasciami andare madre - Helga Schneider Lasciami andare madre
7. Risposta alla domanda: perché cè la guerra? - Binjamin Wilkomirski Frantumi; uninfanzia 1939-1948
organizzazione: Comune di Predazzo Assessorato alla cultura - Biblioteca Comunale di Predazzo