Shoah: l’infanzia rubata

Mostra

Realizzata dall’associazione Figli della Shoah, la mostra è dedicata all’Olocausto, ma con una chiave di lettura che si presta a riflessioni più ampie, sui diritti dei bambini e sulla figura di un pedagogista il cui pensiero precorre i tempi. L’evento fa seguito alle altre iniziative promosse dal liceo Maffei in occasione delle Giornate della Memoria e del Ricordo, referenti le prof.sse Puleo e Santorum, e vede aderire all’iniziativa anche gli Istituti comprensivi Val di Ledro, Riva 1 e Riva 2, con il patrocinio del Comune di Riva del Garda e il contributo della sezione di Trento dell’Associazione Nazionale Alpini.

La scelta di tale periodo per la mostra risponde a un duplice intento: innanzitutto mantenere una linea di continuità con le altre Giornate, perché Memoria è ricordare non solo un giorno; inoltre, una parte della mostra è incentrata sulla figura di un giusto, Janusz Korczak, un ebreo polacco che ha dedicato la sua vita ai bambini del ghetto di Varsavia e li ha accompagnati fino alla fine, nel campo di sterminio di Treblinka. La mostra ripercorre idealmente la negazione dei diritti dei bambini ebrei durante gli anni della persecuzione nazifascista: le piccole vittime innocenti della Shoah furono un milione e mezzo. Attraverso la negazione dei diritti fondamentali dell’infanzia, quali il diritto al gioco, alla libertà, all’identità, alla tutela, alla dignità, alla salute, all’istruzione e, non da ultimo, alla vita, vengono messe in evidenza le dure condizioni e le terribili costrizioni a cui erano sottoposti i bambini e i ragazzi di religione ebraica durante quegli anni. Si contrappone all’odio e alla barbarie di quel periodo, il profondo senso di moralità e dignità di un uomo di grande spessore: il medico, educatore e pedagogista Janusz Korczak.

Una personalità come quella di Korczak ha rappresentato un faro in tempi bui, un punto di riferimento per i suoi bambini, promotore di civiltà e rispetto in un particolare periodo della storia in cui questi termini sembravano dimenticati, e il suo pensiero è divenuto fonte d’ispirazione per la stesura della Convenzione sui diritti dell’infanzia. La sua attenzione e la sua vita, infatti, sono state dedicate ai bambini, vittime indifese del mondo degli adulti di quegli anni, ma “persone”, per citare Korczak.

«La mostra vuole essere un’occasione di riflessione, per la scuola e per la comunità, su ciò che è stato e sui passi che ancora occorre percorrere per parlare di “umanità” e “civiltà” -spiegano le prof.sse Puleo e Santorum- basta guardarsi intorno e osservare le ultime vicende, per rendersi conto che ancora, a quasi un secolo di distanza, certe affermazioni risuonano ancora potentemente attuali».

Costi

Ingresso libero