Sì ad un Trentino aperto al mondo. No ad un Trentino chiuso in se stesso

Convegno

intervengono:

Adelmo Calliari (Accri), Arrigo Dalfovo (Acli), Fabio Pipinato (Ipsia) e le associazioni di solidarietà internazionale del Trentino

Molte associazioni trentine di cooperazione internazionale apprendono con rammarico che alcuni consiglieri della Provincia autonoma di Trento hanno presentato ben due disegni di legge atti a ridimensionare o addirittura cancellare l'apporto pubblico alla “cooperazione internazionale”. Nonostante i due ddl siano stati respinti in Commissione i consiglieri hanno presentato i disegni in Consiglio provinciale che ne discuterà a partire dal 23 maggio p.v.
Nella presentazione dei disegni di legge si associa ingiustamente la cooperazione a “sperperi di denaro pubblico”. Detti “sperperi” non sono suffragati da prova alcuna. Le scriventi sono le prime a chiedere che vengano valutati con competenza i progetti promossi con l'apporto sia di professionisti ma soprattutto di volontari. Con stupore si constata che la “formazione” che accompagna tutti i progetti di cooperazione internazionale viene ritenuta una spesa “accessoria”. Il “capitale umano” dei partner con i quali realizziamo centinaia di progetti in quattro continenti diventa non più il “fondamento” ma l'“accessorio”.
La politica trentina ha saggiamente dedicato una percentuale fissa alla cooperazione internazionale che è pari allo 0,25% del bilancio della Provincia Autonoma di Trento (a fronte di un 99,75% riservato ai Trentini). Trattasi di una “buona pratica” riconosciuta in tutta Italia e non solo. Essa si avvicina alla media dei 34 paesi OSCE (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) che è dello 0,29%. Ebbene, nella prossima legislatura il bilancio PAT subirà un notevole ridimensionamento e, di conseguenza, anche i fondi per la cooperazione internazionale. Non v'è quindi bisogno di ridurre ulteriormente la percentuale. Per un territorio che mira all' “autonomia integrale” è una modalità importante per tessere relazioni internazionali.
Le scriventi sono sempre più impegnate a combattere la povertà crescente anche in Trentino non vogliono entrare in una “guerra tra poveri”; tra coloro che stanno in casa ed oltrefrontiera. Invitano, quindi, i consiglieri proponenti a frequentare le associazioni di solidarietà internazionale, a visitare i diversi progetti, a partecipare ai numerosi corsi di formazione in modo da avere un'idea più chiara della “cooperazione internazionale” che è una peculiarità storica del nostro Trentino che, lo ripetiamo, mobilita migliaia di volontari ed impiega professionalmente molti giovani.


organizzazione: Ipsia del Trentino