Silent fracture
Silent fracture
Neboja Despotović
a cura di Maja Ćirić
L'imminente mostra di Neboja Despotović alla Galleria Boccanera è contemporaneamente una prosecuzione e una frattura della ricerca sugli aspetti formali e concettuali della pittura su cui l'autore si è concentrato durante il suo percorso artistico. Mentre in The Velvet Glove (2010), la sua precedente mostra nel medesimo spazio, Despotović si era confrontato con soggetti infantili, esterni e colori vibranti, Silent Fracture presenta una maggiore maturità, con tutte le contraddizioni che essa implica. Soggetti più maturi, quasi mistici e oscuri interni, sono l'effetto di una riflessione sulla sua esperienza personale, oltre che una ricerca sulla forma per il raggiungimento di soluzioni più astratte nella sua ricerca visuale.
Silent Fracture può essere interpretata come una metafora degli aspetti culturali dell'identità artistica di Despotović - un artista che è stato, a causa delle sue origini, etichettato come Est Europeo, ma che ha effettivamente acquisito la sua educazione formale in Italia ed attualmente risiede a Berlino. Essendo distaccato dal contesto culturale della sua formazione, Despotović è portato ad investigare un territorio specifico che appunto è il risultato di queste fratture (dal testo di Maja Ćirić).
Correda l'esposizione un catalogo trilingue (ita/eng/srb) con il testo della curatrice Maja Ćirić e le immagini dei lavori esposti.
Nato a Belgrado (SRB) nel 1982. Vive e lavora a Berlino. Nel 2006 si diploma in pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia e nel 2011, presso lo stesso istituto, si laurea in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo. Nel 2011 è stato in residenza presso la Fondazione Bevilacqua la Masa di Venezia ed è stato invitato alla 54. Biennale di Venezia presso la sezione dell'Arsenale dedicata alle Accademie. Nel 2012 vince il premio Euromobil under 30 ad Arte Fiera Bologna e il Mango Young Artist Award a SWAB Barcellona.
Neboja Despotović attinge a piene mani dal patrimonio iconografico collettivo recuperando vecchie fotografie e immagini, ritagli di giornali, libri, manuali e riviste, dalle quali l'artista parte per costruire le proprie opere pittoriche.
La ricerca di Despotovic, attenta alla definizione e alla rappresentazione del concetto di identità, sottrae solo apparentemente le immagini all'oblio del tempo: ricoperte e alterate con la pittura esse acquisiscono un carattere indefinito e inattuale che le riconduce, infatti, ad un tempo remoto. Nei ritratti e dipinti dai colori cupi e dalla pennellata corposa, i lineamenti dei protagonisti, così come i dettagli dei paesaggi e delle ambientazioni, sono solo accennati.
L'attenzione non si concentrata sul particolare, quanto piuttosto sulle atmosfere evocate, capaci di richiamare un'epoca, vite, storie e situazioni che non sono più e delle quali lo spettatore può percepire la distanza e la perdita definitive.
Didascalia immagine:
Salone di mia madre, 2013, acrilico su tela,140x180 cm (2)
organizzazione: Arte Boccanera Contemporanea