Simbolismo e Nuova Oggettività La Galleria del Levante
Architetto di formazione, critico d’arte e pittore per vocazione, Emilio Bertonati (1943 - 1981) inaugura nel 1962 a Milano la Galleria del Levante, punto di riferimento per collezionisti, artisti, critici e appassionati d’arte. Instancabile studioso e promotore di nuove tendenze artistiche, dal Simbolismo al Realismo Magico, dalla Neue Sachlichkeit all’Espressionismo tedesco, fino ad alcuni artisti a lui contemporanei, il lavoro del gallerista è ancora oggi un esempio di lucida visione e coraggio.
Tra il 1962 e il 1981 la Galleria del Levante presentò quattro o cinque progetti espositivi all’anno, ognuno di questi è documentato e rappresentato nel percorso di visita, che si divide in 7 sezioni.
Si comincia con un’anticamera in cui trova collocazione una selezione dei cataloghi pubblicati dalla Galleria del Levante contenenti saggi dei maggiori critici e intellettuali, a testimonianza dei profondi rapporti intessuti da Bertonati con gli studiosi dell’epoca.
Dopo una sala dedicata al gallerista, la mostra prosegue con due sale sul Simbolismo. Tra atmosfere da sogno e bestiari fantastici, si passa da un Simbolismo più romantico a uno più inquietante, per finire con opere che annunciano l’avanguardia futurista. Tra gli artisti presentati ci sono nomi noti come Maximilian Lenz, Gustav Klimt, Fernand Khnopff e Max Oppenheimer.
Il percorso continua nella sala dedicata al Realismo Magico e ai Valori Plastici rappresentati rispettivamente da Cagnaccio di San Pietro e da Edita Broglio. Di Cagnaccio, il Mart propone una serie di nature morte che rappresentano la sua pittura più “fredda”, analitica e severa; simile allo stile della Nuova Oggettività tedesca che il gallerista amava.
Il confronto si dispiega nella sezione della Germania degli anni Trenta in cui emerge un’atmosfera perturbante, influenzata dalle contradizioni che segnarono il particolare momento storico.
Segue una sezione dedicata al Pittorialismo e alla fotografia, a cui negli anni Settanta Bertonati dedicò diverse ricerche e pubblicazioni. In mostra ritratti, fotografia sperimentale e fotogiornalismo sono organizzati in piccoli nuclei monografici.
L’esposizione si chiude con un’appendice sui “nuovi realismi” tedeschi degli anni Settanta con la generazione di giovani pittori a cui Bertonati si appassionò.
La storia della Galleria rappresenta un momento cruciale nella più ampia storia espositiva italiana. La mostra dialoga e valorizza anche il patrimonio del Mart che custodisce e studia diversi tra gli artisti selezionati da Bertonati. In particolare, provengono dalle raccolte roveretane il “Ritratto di Frieda Cornelius” di Christian Schad, “I ciclisti” di Franz Radziwill, tre opere, due disegni e una lampada di Luciano Baldessari.
Intero 11 €, ridotto 7 €
(biglietto unico per tutte le mostre in corso)