Sironi Monumentale. Cartoni e studi 1931-1940
A cura di Mariastella Margozzi
Il Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto propone un approfondimento su uno dei protagonisti dell'arte italiana del novecento, Mario Sironi. A lui sarà dedicata una sala all'interno di un nuovo percorso della Collezione Permanente del Mart, incentrato sugli anni Trenta del 900. Le opere di Sironi in mostra sono quelle della Collezione Romana Sironi, ora in deposito al museo.
Si tratta di un nucleo di 16 pezzi, tra studi e grandi cartoni preparatori, delle imponenti decorazioni murali realizzate da Mario Sironi, opere concepite per edifici e istituzioni come l'Università di Roma, il Palazzo dei Giornalisti, la Casa dei Mutilati. Sono proprio i cartoni preparatori a permettere di ricostruire l'originalità della ricerca di Sironi; testimonianze preziose - ancor più degli affreschi definitivi, spesso andati perduti - della grandiosità decorativa applicata all'architettura, interpretata mirabilmente da Sironi attraverso l'invenzione di un linguaggio del tutto nuovo, quello di una narrazione epica moderna, declinato in diverse espressioni tecniche come il mosaico e l'affresco.
Il periodo della grande decorazione negli anni Trenta è stato per Sironi, come scrive la nipote Romana nel testo in catalogo, "forse il più felice per l'artista, non solo sul piano artistico, ma anche su quello personale, in quanto allora aveva potuto liberamente dare vita al proprio credo e ai propri sentimenti.".
Un'idea della vitalità dell'opera di Sironi in questo campo la può rendere la constatazione, ormai acquisita, che fu proprio la sua attività a stimolare, negli anni '30, la stagione dell'arte murale decorativa italiana, prima dell'esaurirsi di quell'esperienza in parallelo con la fine dell'ideologia politica che l'aveva sostenuta. Di quella stagione Sironi fu il protagonista, a partire dalla realizzazione della Vetrata del Palazzo delle Corporazioni a Roma, nel 1931, di cui in mostra sarà presente uno studio preparatorio. Si trattava di un'opera concepita dall'architetto Marcello Piacentini per il nuovo palazzo di via Veneto, per il quale Sironi ideò una serie di allegorie-personificazioni destinate a costruire l'immagine dell'Italia come nazione moderna. Era questo un tema fondamentale per la politica del tempo; le soluzioni della "Vetrata" fornirono a Sironi lo schema di base sul quale sviluppare tutta l'iconografia della sua pittura in quel decennio. Ed infatti proprio il lavoro alla "Vetrata" stimolerà la scrittura, da parte di Sironi, del "Manifesto della pittura murale", pubblicato nel 1932, che a sua volta prepara il terreno per la V Triennale di Milano del 1933, del cui direttorio Sironi farà parte. Nel salone d'Onore dipinse di nuovo il mito del lavoro con l'affresco "Le opere e i giorni", oltre ad uno "Studio per la statua della fontana dell'Impluvium", sempre per la Triennale del '33.
Del 1935 è lo "Studio per l'affresco dell'Aula Magna di Roma", che testimonia la decorazione ad affresco dell'abside dell'Aula Magna della Città Universitaria di Roma, il cui incarico Sironi riceve da Piacentini.
Nel 1936 Sironi si cimenta col mosaico, di nuovo su progetto di Piacentini, decorando la Corte d'Assise del Palazzo di Giustizia di Milano. Il tema, è quello de La giustizia e la Legge tra la Forza e la Verità. Gli affreschi realizzati tra il 1938 e il 1939 da Sironi per il sacrario della piacentiniana Casa Madre dei Mutilati di guerra, a Roma, un omaggio al regime e a Mussolini reso simbolicamente attraverso toni scuri e immagini ieratiche.
L'ultima grande decorazione di Sironi è quella per il Palazzo del "Popolo d'Italia", il quotidiano fondato da Mussolini nel 1914. I lavori iniziarono nel 1939 e terminarono nel 1941, con l'Italia già in guerra. Il tema dell'Impero, simboleggiato da una figura di donna attorniata dal popolo italiano a sostegno autarchico della nazione colpita dalle sanzioni economiche, ormai non apparteneva più alla realtà storica.
Il catalogo, edito da Nicolodi, è a cura di Mariastella Margozzi, e comprende anche interventi di Romana Sironi e Renato Miracco.
organizzazione: Mart Museo di Arte Moderna e Contemporanea