Sono puri i loro sogni. Lettera a noi genitori sulla scuola

Un appuntamento per ascoltare la voce dell’autore Matteo Bussola un racconto rivolto a tutti i genitori, agli educatori e a quanti hanno a cuore l’educazione dei nostri figli. 

Incontri e convegni

Arriva a Trento il babbo più cool dello stivale: Matteo Bussola, fumettista (lavora per l’editore BONELLI e per editori francesi) e narratore Einaudi, autore radiofonico con Federico Taddia della striscia Padrieterni su Radio24.

Il popolo del web lo conosce soprattutto per le brevi storie che da anni pubblica in Facebook: nelle quali ha raccontato con delicatezza, umorismo, affetto, nonché acuto senso morale e civico le avventure della sua bella famiglia (tre bimbe splendide e tremende, un uomo e una donna innamorati come se essere innamorati fosse la cosa più naturale del mondo). Queste storie sono diventate il best-seller “Notti in bianco e baci a colazione” (Einaudi 2016), libro ironico e struggente sulla magia di essere padre.

Oggi papà Bussola scrive a noi genitori, agli educatori e a quanti hanno a cuore il futuro dei nostri figli. Con “Sono puri i loro sogni, lettera a noi genitori sulla scuola”, Matteo Bussola riflette sulla crescente ingerenza nella vita scolastica da parte dei genitori: professori bullizzati, alunni difesi a prescindere da mamma e papà, una contrapposizione scuola famiglia che non fa il bene dei ragazzi e rallenta la crescita della loro autonomia.

IL LIBRO

Matteo Bussola ha tre figlie, le accompagna a scuola, le segue nei compiti, parla con gli altri genitori e partecipa pure alle chat di classe su WhatsApp. Insomma, sulla scuola ha un osservatorio privilegiato. E quindi può testimoniare che, davanti a un brutto voto, spesso i genitori si sentono messi in discussione, e per tutta risposta negano l'autorità degli insegnanti. Cosí decide di scrivere a sé stesso, e agli altri genitori, per provare a riflettere sui sensi di colpa e le paure che si nascondono dietro la mancanza di fiducia nella scuola. Un libro di storie - le sue, ma anche quelle delle madri e dei padri che frequenta, di sua mamma ex insegnante, degli amici docenti - che parla del nostro tempo, e dei nostri figli. Di come spesso, senza accorgercene, ci sovrapponiamo a loro per evitare che inciampino. Ma non c'è crescita senza crisi, e solo facendoci da parte, pur pronti a raccoglierli se cadono, possiamo aiutarli a diventare adulti.

Dal primo giorno di scuola, in cui mamme, papà, nonni e fratelli accompagnano in massa i bambini fino in classe scattando foto a raffica, neanche fossero a un concerto degli Stones, alle raccomandazioni per la mensa, ché la stagionatura del Parmigiano, si sa, dev'essere almeno 38 mesi; dai pidocchi, che ogni anno proliferano sulle teste degli alunni generando ansie e sospetti, al kit di sopravvivenza per la gita, che prevede praticamente tutto tranne un gps satellitare. Matteo Bussola fa un ritratto divertito e serissimo della scuola di oggi, confrontandola con quella di quand'era piccolo lui. E si domanda perché abbiamo smesso di considerarla un luogo in cui imparare il rispetto per noi stessi e per gli altri. Con il tono caldo e intimo che è ormai la sua inconfondibile cifra, lo sguardo attento a ogni storia che incontra, parte dalla sua esperienza per scrivere una lettera a tutti noi, arrivando al cuore della nostra paura. Quella di «lasciar andare i nostri figli nel mondo, permettere che compiano i loro passi senza di noi».

Costi

Ingresso libero

introducono Lisa Orlandi e Camilla Endrici di La Piccola Libreria di Levico Terme


organizzazione: Muse Museo delle scienze