Sottsass. Progetti 1946-2005
Figura eclettica e poliedrica, difficilmente inquadrabile secondo i canoni di un'estetica, più e più volte messa in discussione, in sessant'anni di carriera Ettore Sottsass è stato designer, architetto, urbanista, pittore, viaggiatore, fotografo. La sua ricerca artistica, etica ed esistenziale, l'ha portato a contatto col Razionalismo, il Movimento Arte Concreta, lo Spazialismo, la cultura Pop.
I momenti salienti della sua attività, a partire dal 1948 - una ricerca globale che ha investito il senso stesso del vivere umano - vengono ora ripercorsi al Mart di Rovereto, in una mostra estremamente ricca ed articolata che, dal 26 febbraio, renderà omaggio alla figura di Sottsass architetto e designer: un riconoscimento che il Centre Gorges Pompidou di Parigi già gli aveva reso con un'ampia esposizione nel 1994, ma che in Italia ancora si attendeva.
Nato a Innsbruck nel 1917, accostatosi all'architettura sulle orme del padre - di cui il Mart conserva un nutrito fondo d'archivio, nell'ambito degli Archivi di Architettura - Sottsass junior ha affiancato all'attività architettonica, a partire dagli anni Cinquanta, la ricerca sul design, avviando rapporti di collaborazione con importanti aziende - tra le quali la Olivetti, di cui è stato il responsabile del design per oltre trent'anni e per la quale ha creato oggetti divenuti icone del design mondiale - e per importanti Gallerie e Musei.
La mostra del Mart, curata da Gabriella Belli e Milco Carboni, indagando questa duplice dimensione dell'attività di Ettore Sottsass, ormai ottantasettenne, proporrà allora due distinte sezioni tematiche - una dedicata al design "non industriale" e l'altra all'architettura - ordinate con rigore filologico, con materiali antichi e recenti, ad anche con opere inedite.
"Per me, il design è un modo di discutere la vita. È un modo di discutere la società, la politica, l'erotismo, il cibo e persino il design. Infine, è un modo di costruire, una possibile utopia figurativa o di costruire una metafora della vita. Certo, per me il design non è limitato dalla necessità di dare più o meno forma a uno stupido prodotto destinato a un'industria più o meno sofisticata; per cui, se devi insegnare qualcosa sul design, devi insegnare prima di tutto qualcosa sulla vita e devi insistere anche spiegando che la tecnologia è una delle metafore della vita"
Nel campo del design - in cui Sottsass ha rinnovato profondamente la concezione del "funzionalismo" propria della prima metà del 900, restituendo agli oggetti uno spessore simbolico ed emotivo - saranno allora presentate le varie tipologie progettuali che hanno visto impegnato l'architetto, con accostamenti sempre nuovi di forme, materiali e colori: i gioielli, i vetri, le ceramiche, i mobili, in un dialogo continuo tra oggetti finiti e disegni; in questa occasione si è scelto invece di escludere l'aspetto più noto e documentato dell'attività di Sottsass - ed ormai abbandonato da decenni - del design industriale.
Ecco dunque i gioielli, realizzati dagli anni Sessanta ad oggi, e presentati insieme per la prima volta: sia quelli creati per Walter De Mario ed ora al Pompidou di Parigi, sia i gioielli disegnati per Cleto Munari.
Quindi i vetri, di cui saranno esposti al Mart numerosi esempi che ripropongono il percorso di Sottsass e la passione del grande architetto per questa materia sensoriale: con i suoi colori, le trasparenze, le leggerezze, la fragilità. Si passerà in questo campo dalle originali forme di vetro colorato, disegnate nel 1975 ed eseguite in tiratura limitata dalla vetreria muranese Vistosi (per Artemide), alle produzioni legate al gruppo Memphis e realizzate dalla vetreria artistica Toso, fino ai cristalli Baccarat del 2002 e ai più recenti lavori.
Eccezionale la sezione dedicata alla ceramica: la più importante retrospettiva mai realizzata sul lavoro di Sottsass in questo campo. Qui la sottsassiana interpretazione dell'incontro tra spiritualità orientale e materialismo occidentale si fa evidente nelle ceramiche per Bitossi degli anni Cinquanta/Sessanta - quelle intitolate "Offerta a Shiva" oppure, "Menhir", "Ziggurat," "Stupas" - come nella serie "Indian Memory" del '72, prodotta da Alessio Sarri. Saranno presentate anche ceramiche di proprietà dello stesso Sottsass, così come, in anteprima, una nuova collezione di ceramiche prodotta dalla Galleria Mourmans.
Complessivamente oltre un centinaio di lavori, tra i quali spiccano le Ceramiche delle Tenebre, del '63: opere fortemente simboliche ed importanti nel percorso biografico e progettuale di Sottsass - immaginate in ospedale nel corso di una grave malattia - e valorizzate da un allestimento particolare, con luce diretta e concentrata in una sala completamente oscurata.
Ma è soprattutto nella progettazione dei mobili, che la forza innovativa dell'ingegno di Sottsass non conosce ostacoli, facendo dell'architetto una figura centrale del design internazionale.
In anticipo sugli anni della contestazione egli aveva indicato il design come strumento di critica sociale, aprendo la via alla grande stagione del radical design (1966 - 1972) e all'affermazione della necessità di una nuova estetica: più etica, sociale, politica.
Deluso da un'industria sempre più vorace, Sottsass programma l'unione delle coeve suggestioni avanguardiste, Pop, poveriste e concettuali, con l'dea di un design "rasserenante", sostenitore di un consumismo alternativo a quello imposto dalla "società della pubblicità".
Dopo i lavori a forte carattere sperimentale per Poltronova - i Superbox, per esempio: armadi con grosse basi, rivestiti in laminato Print a righe, come segnali stradali o distributori di benzina - la vena utopica di Sottsass ha il suo apice in Italy: the new domestic landscape (1972), mostra del MoMA in cui la sottsassiana Micro Environment - casa ambiente futurista e grigia, di cui troveremo in mostra al Mart alcuni mobili - vuole "neutralizzare" una cultura regolata sui canoni del razionalismo: " volevo che la casa diventasse un ambiente unico, dice Sottsass, e non diverse stanze come momenti diversi dell'esistenza".
Quindi Sottsass passa all'esperienza del gruppo Alchimia, che concretizza il lavoro ideologico e progettuale svolto negli anni del "radical design": un'alchimia di forma, colori, materiali che sconvolge i canoni estetici e il modo di concepire il design contro l'ornamento.
In mostra a Rovereto vi saranno alcuni dei mobili presentati nella prima mostra del gruppo, al Design Forum di Linz, nel 1979: della Seggiolina da pranzo (in ferro cromato e laminato Abet Print), alla lampada da terra "Svincolo" (con neon rosa e azzurro), al tavolino Le strutture tremano (in legno, laminato, metallo smaltato e cristallo).
E ancora l'esperienza straordinaria di Memphis, gruppo che Sottsass fonda con Hans Hollein, Arata Isozaky, Andrea Branzi, Michele de Lucchi ed altri architetti di caratura internazionale che cambiano il volto del mobile contemporaneo.
"Memphis dona agli oggetti uno spessore simbolico, emotivo e rituale. Il principio alla base di mobili assurdi e monumentali è l'emozione prima della funzione"
È il caso della sottsassiana Carlton, una libreria che si pone a metà strada tra un totem e un video game. Una "risposta ludica alla necessità di avere forme solide e godibili: un modo per raccordare, non senza ironia, il sacro e il profano, la storia e l'attualità, l'archetipo e le sue manifestazioni". Questi mobili - Beverly, Casablanca, ecc - disegnati tra il 1981 e il 1985 sono tra i suoi progetti più noti, vere icone della modernità.
organizzazione: Mart