Spaghetti volanti e monasteri virtuali

Le religioni nella rete - Con Vincenzo Pace

Incontri e convegni

Relatore Vincenzo Pace, Professore Ordinario di Sociologia Generale presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova.

Dalla Chiesa del Mostro di Spaghetti Volante ai siti web monastici che offrono benessere fisico e spirituale, le religioni si innovano di continuo e offrono percorsi di credenza e pratica sperimentali. La conferenza riflette sul rapporto reciproco tra religione e innovazione, proponendo alcuni esempi di religioni on line e religioni (solo) digitali.
Spaghetti volanti e monasteri virtuali: le religioni nella rete
Come comunicano le religioni attraverso i nuovi media, in particolare nei diversi ambienti della comunicazione assistita dal computer?
Dopo aver ricostruito l’evoluzione dei nuovi media in rapporto alle religioni e situato nel tempo il punto di svolta che segna l’ingresso delle religioni nei processi di comunicazione via computer, l’argomento verrà sviluppato in tre direzioni:

  1. la differenziazione fra religion online e online religion e oltre;
  2. una prima tipologia dei nuovi stili comunicativi;
  3. un’analisi comparata fra siti per mostrarne la congruenza con i tipi astratti del punto 2).

Ci troviamo di fronte ad cambiamento che il fenomeno analizzato produce non solo sulle religioni in quanto tali ma anche sull’ambiente stesso della comunicazione assistita via computer. Se nel primo caso si tratta di valutare potenzialità e rischi per le religioni istituzionali o le tradizioni storicamente consolidate nell’accesso ai linguaggi, alle tecniche e agli stili comunicativi propri di un ambiente virtuale, nel secondo, l’aspetto più intrigante è costituito proprio dall’apparizione di religioni virtuali, che non esistono nella realtà ma solo nella rete dei contatti e delle connessioni fra un fluido numero di internauti.
Da questo ultimo punto di vista, l’interesse ad esplorare questo nuovo modo di apparire del religioso in rete, che gode di elevati gradi di libertà, senza particolari controlli e vincoli dottrinari e istituzionali, è duplice:

  1. mostrare come, in molti casi, i siti costituiscano potenzialmente un mondo di significati possibili, senza confini e dimore fisse, dove soggetti, i più diversi e lontani, interagiscono parlando di Dio, fede, riti, credenze, esperienze mistiche e così via, facendo emergere una mappa di bisogni, aspettative, timori e speranze che, a volte, si ha l’impressione, che le grandi istituzioni di salvezza non riescano più a intercettare; in tal senso, paradossalmente, la fluidità della comunicazione via computer su temi religiosi rivela molto di più di tante inchieste standardizzate (con campioni, questionari e elaborazione statistiche), rivela spesso una stratificazione delle credenze (dall’arcaico all’iper-moderno, per così dire) che circolano liberamente in rete, si scompongono e si ricompongono a piacimento dei singoli che interagiscono virtualmente;
  2. analizzare come si passi da una prima parola data (in rete) alla costruzione di un micro-sistema religioso che finisce per acquisire vita propria, creando nuovi credenti e praticanti riuniti attorno ad altari virtuali, comunità invisibili; la privatizzazione del sacro, grazie alla comunicazione assistita via computer, torna allo scoperto nei social media.

organizzazione: Fondazione Bruno Kessler