Stadio in concerto
Il concerto previsto per il 28 febbraio RINVIATO prima per la neve e poi per indisposizione di Gaetano Curreri ora è confermato per sabato 27 marzo. Associazione Nota Bene
Si può iniziare a parlare degli Stadio partendo da "Chiedi chi erano i Beatles", uno dei più noti successi.
I fab four di Liverpool esumati come ulteriore metafora composta dal gruppo per enfatizzare nella fugacità emozionale di una canzone il travaglio generazionale, ovvero quell'appendice filosofica che è propria dell'uomo di questo secolo!
La loro musica pop-rock ha caratterizzato, in parte, la musica italiana degli ultimi tre lustri: soprattutto, gli Stadio hanno donato nuova linfa a quella penna da cantautore non troppo politicamente impegnata ma colta, perennemente volta all'introspezione come tecnica speculare per cogliere le ovvie e dannate problematiche del fenomeno generazionale.
Agli inizi degli anni Ottanta hanno rappresentato l'escrescenza di una situazione tutta italiana: la rivelazione discografica dei cosiddetti "turnisti", coloro che provano, arrangiano e suonano nelle grandi produzioni discografiche.I componenti della prima formazione venivano da una comune esperienza con Lucio Dalla: Giovanni Pezzoli, batteria; Marco Nanni, basso; Ricky Portera, chitarra; Fabio Liberatori, tastiere; Gaetano Curreri, voce e tastiere.
Questa è la cospicua parte di session-men che accompagna Dalla e De Gregori nel tour "Banana Republic" del 1979: il tour, che "cambiò il volto della musica leggera", è la prima esperienza del gruppo e, quindi, l'inizio dell'attività musicale e discografica degli Stadio.
E' proprio in "Banana Republic" che il gruppo inizia a lavorare al suo primo long playing: nasce cosi "Grande figlio di puttana", canzone che dilata in senso grottesco la filosofia di un gruppo come quello degli Stadio.
Il primo album "STADIO" verrà pubblicato nel 1982. Sono cinque canzoni più una suite musicale ("Un fiore per Hal") in cui compare la voce di Dalla. Già da questa prima prova discografica, gli Stadio si affidano a veri e propri parolieri d'eccezione: Gianfranco Baldazzi (scrittore e critico musicale, prima che acclamato autore di canzoni). Gli altri autori sono lo stesso Dalla, anche produttore del disco; Ambrogio Lo Giudice, uno dei più affermati registi di videoclip musicali, e quel ventenne, commesso in un negozio di scarpe al centro di Bologna, che dopo tante insistenze riesce a firmare la sua prima canzone, "Navigando controvento".
È Luca Carboni, vera scoperta di Gaetano Curreri&soci. Parte del disco è stata utilizzata per la colonna sonora del film "Borotalco" di e con Carlo Verdone.
Negli anni successivi, il gruppo continua ad accompagnare Lucio nei concerti e in sala: l'ellepi "1983" del cantautore è suonato ed arrangiato dagli Stadio.
Con Ron registrano dal vivo il 33 giri "Tutti i cuori viaggianti", "Sotto la pioggia" con Antonello Venditti, "Telefono elettronico" di Renzo Zenobi, producono "...e intanto Dustin Hoffmann non sbaglia un film", l'album d'esordio di Luca Carboni, scrivendogli "Fragole buone buone".
La seconda prova discografica, "LA FACCIA DELLE DONNE", prodotta dal duo Guido Elmi/Maurizio Biancani, vede la collaborazione di Vasco Rossi, Dalla e Carboni.
Con "Allo stadio" partecipano al Festival di Sanremo, edizione 1984. Il 33 giri rimane una pietra miliare nella storia del gruppo: con "Acqua e sapone" e "C'è" firmano la seconda colonna sonora per un altro film di Carlo Verdone, per l'appunto "Acqua e sapone".
Agli inizi del 1985, vengono pubblicate cinque canzoni nel Q-disc "CHIEDI CHI ERANO I BEATLES": il brano omonimo è un autentico, piccolo capolavoro composto da Gaetano Curreri con il poeta Roberto Roversi.
Realizzano di nuovo le musiche per un film di Carlo Verdone, "I due Carabinieri".
Borgo Valsugana (Bar Cusso - Video Club Valsugana - Caffè del Corso - Pianoforti Galvan)
Trento (Cassa Auditorium Santa Chiara - Radio Dolomiti)
Riva Del Garda (Disco Time)
Rovereto (Musica 3000)
LevicoTerme (Tabaccheria Pinamonti)
Pergine Valsugana (Bottega della Musica)
Miola di Pinè (Fioreria Patricia)
Bolzano (Baba's dischi)
Bassano del Grappa (pick Up Discoteca)
Feltre (Shop Center, Radio Primiero)
Agordo (Radio Più)
sportelli delle Casse Rurali Trentine
Con il brano "Canzoni alla radio" partecipano nuovamente al Festival della Canzone Italiana e pubblicano l'album omonimo. La band è ora di 4 elementi. Fabio Liberatori decide di abbandonare l'attività del gruppo. Nel marzo dello stesso anno partono per gli Stati Uniti con Lucio Dalla per una serie di concerti oltre-oceano registrando il doppio album live, il vendutissimo "DallAmeriCaruso" dove è stata incisa anche "Grande figlio di puttana", che apriva la tournée americana.
Ricky Portera esce dal gruppo e nel 1987 il tastierista Beppe D'Onghia inizia a collaborare.
L'anno seguente, gli Stadio partecipano al progetto "DallaMorandi", che li porta a realizzare il disco omonimo - componendo "Il Duemila, un gatto e il Re" per Lucio Dalla e prestando la generazionale "Chiedi chi erano i Beatles" a Gianni Morandi.
Con Vasco Rossi scrivono "Bella più che mai" e "Tu vuoi qualcosa", i due inediti vengono pubblicati nella raccolta di successi, "CANZONI ALLA STADIO", che esce nell'estate del 1988. E' questo l'anno che vede la definitiva conclusione della collaborazione artistica degli Stadio con Lucio Dalla. Nell'89 pubblicano "PUOI FIDARTI DI ME", diversissimo dai precedenti, prodotto da Roberto Costa.
Marco Nanni e Beppe D'Onghia in tempi diversi lasciano il gruppo cosicché della prima formazione rimangono Gaetano Curreri e Giovanni Pezzoli con cui ancora oggi vengono identificati gli Stadio.
Cantante da "note impossibili", anti-divo e di una gestualità ossessiva il primo; batterista richiestissimo per i dischi dei colleghi, faccia accattivante e sorniona dietro gli occhiali scuri e vero talento di simpatia il secondo.
Vasco Rossi chiede agli Stadio di aiutarlo nella colonna sonora di "Stasera a casa di Alice", il film di Carlo Verdone con Ornella Muti e Sergio Castellitto.
Nel 1991 il passaggio alla EMI Italiana e il meritato disco d'oro con "SIAMO TUTTI ELEFANTI INVENTATI", pensato nei due anni precedenti, prodotto da Antonio Colombi, realizzato con l'arrangiatore Luca Orioli e il nuovo chitarrista Andrea Fornili.
Il titolo, pensato da Alessandro Bergonzoni, e' a meta' tra la favola Disneyana e la realtà sociale italiana: contenuto e contenente, dilemma amletiano delle ultime generazioni. E a proposito del travaglio generazionale e del machiavellico "volgere dei tempi", "Generazione di fenomeni" e' la track-song più conosciuta del disco grazie al fatto che viene utilizzata come sigla finale della serie di telefilm "I Ragazzi del muretto" di RaiDue.
C'è un ideale filo che unisce il vecchio e il nuovo degli Stadio: ci sono "nuove" firme d'autore che danno lustro al loro repertorio come Ivano Fossati ("Ci sarà") e Claudio Lolli ("Segreteria telefonica") e "solite" collaborazioni con Vasco Rossi ("Cerca di non esser via") e Luca Carboni ("Pelle a pelle").
Negli anni il linguaggio della Canzonetta si e' evoluto, divenendo stereotipato o trascendendo ogni schema convenuto: gli Stadio hanno sempre faticosamente mantenuto una coerenza letteraria risultando, molte volte, i veri interpreti delle tensioni e delle fibrillazioni di molti ragazzi - coniugando la loro duttilità musicale con l'inibitoria versatilità della penna d'autore. Continua sul sito:
organizzazione: Associazione Nota bene - Centro Servizi Culturali S. Chiara