Stefano Cagol. Undergo alarms | subire allarmi

Mostra

Stefano Cagol
undergo alarms | subire allarmi
una selezione di opere dal ’98 a oggi

Catalogo con essay di Julia Draganovic

L'artista trentino Stefano Cagol torna ad esporre allo Studio d'Arte Raffaelli dopo 12 anni. Quella del '98 era la sua prima personale in una galleria privata e da allora Cagol ha indubbiamente fatto molta strada: per questo la sua nuova mostra è pensata come una sorta di retrospettiva che riassume la sua ricerca degli ultimi anni. Questi anni fondamentali nella carriera dell'artista vengono infatti ripercorsi idealmente attraverso una selezione di lavori, chicche che provengono da premi, da progetti specifici e da serie inedite.

In mostra due light box della serie "Dissoluzione di Luce" con cui Cagol ha vinto proprio ora il Premio Terna 02. Protagonista è il fascio di luce orizzontale che si muoveva sopra la città di Trento durante Manifesta 7 per "cancellare i confini tra culture, tra cielo e terra, uomo e natura". Selezionata per l'edizione del 2004 del Premio Cairo ed esposta al Palazzo della Permanente di Milano è l'opera "I will kill you", una stampa di grandi dimensioni eseguita direttamente su una lastra di bianchissimo marmo Lasa, un'immagine fotografica che raddoppia una visione tentacolare/meccanica della metropoli di Tokyo, dove l’artista ha lavorato in più occasioni.
Senso di appartenenza, dinamiche di massificazione, influenza dei media, idea di conflitto, rapporto con la natura, col potere, con l’energia: le tematiche affrontate sono sempre politiche, sociali, attuali. Già nell'installazione video "Becoming an Angel" del 1998 (l'opera più "vecchia" in mostra), la dust mask, la mascherina da laboratorio, evoca la percezione di pericolo e disagio, anticipando idealmente il progetto sull'influenza aviaria (e più ampiamente sulle influenze fisiche e mentali) che Cagol ha inizato nel 2006, nel pieno del panico da pandemia. In "Atomicwerk" il pericolo diventa invece concreto nelle ’immagini di repertorio di esplosioni atomiche, mixate con immagini di Shibuya. E fusione tra privato e collettivo, tragedia e superamento è anche il progetto “11 settembre” (in permanenza al Mart di Rovereto e in collezione al ZKM di Karlsruhe e alla Kunstraum di Innsbruck) che, partendo dalla data di nascita dell’artista, ricorda quanto di diverso è avvenuto nel corso della storia in quella giornata-simbolo della nostra era.

La mostra di Cagol a Trento risulta incastonata in una serie di progetti d'arte pubblica, visto che l'artista negli ultimi anni ha dimostrato di voler comunicare ad un pubblico ampio. Dall'8 marzo all'8 maggio una sua installazione, a cura di Iara Boubnova, è sulla facciata della Basilica Palladiana di Vicenza; mentre dal 28 gennaio a fine febbraio una sua installazione è sulla facciata di Palazzo Re Enzo per "Here and Now", il primo progetto curatoriale di Art First a Bologna, curato da Julia Draganovic.

Julia Draganovic scrive anche il testo critico per “Undergo the alarms” di Stefano Cagol allo Studio Raffaelli. Attualmente è guest curator di No Longer Empty, New York, ed è stata direttrice del Chelsea Art Museum di New York e del Pan – Palazzo delle Arti di Napoli.
Cagol in quest’occasione torna ad esporre in una mostra personale nella sua città natale dopo quella al Mart di Palazzo delle Albere del 2000, ma è all'estero che l'artista sta lavorando negli ultimi anni: Tokyo, Singapore, Bruxelles, dove ha lo studio, e New York, dove sarà artist in residence da maggio a settembre 2010 all' ISCP - international studio and curatorial program.