Stop Time Spinning

Convegno

Incontri di analisi e composizione

Autore di un’ampia produzione corale, oltre che di musica sinfonica e sinfonico-corale eseguita da affermate orchestre, ricercatore di Storia della Musica all’Università di Trento e autore di numerosi saggi sulla musica del Novecento e sull’opera italiana dell’Ottocento, Marco Uvietta inaugura martedì 31 gennaio la decima edizione della rassegna «Incontri di Analisi e Composizione» organizzata dal Conservatorio «Bonporti» di Trento nella sede di Riva del Garda: il compositore parlerà della sua attività creativa e in particolare della genesi di un suo recente lavoro per organo e orchestra d'archi, «Stop Time Spinning», presentato in prima assoluta nel maggio scorso a Bolognano dall'Orchestra Haydn diretta da Peter Valentovic, con l'organista Simone Vebber (che sarà presente all'incontro). Gli «Incontri di analisi e composizione» sono appuntamenti mensili con compositori invitati ad illustrare la propria attività musicale o con studiosi chiamati ad approfondire opere o aspetti della musica contemporanea, rivolti in primo luogo agli studenti del Conservatorio ma aperti a tutti gli interessati. L’incontro si svolge al Conservatorio di Riva del Garda con inizio alle ore 16.

«Stop Time Spinning» nasce dalla riflessione su gesti che non hanno nulla di epico, compiuti silenziosamente nell’intimità domestica: «spinning» significa «filatura», cioè un insieme di azioni motorie finalizzate a produrre il filo da una matassa informe (l’immagine ripropone l’eterna dialettica fra materiale e forma). La creazione del filo è un atto di abilità e un esercizio di continuità, come l’azione manuale dell’organista, impegnato a creare interminabili sequenze di note rapidamente ripetute anziché spessori sonori caratteristici della tradizione organistica: il «re degli strumenti» – il più polifonico di tutti – è trasformato in uno strumento di precisione, privato del suo carattere solenne e maestoso. La sequenza di note ripetute – la linea, il filo – talvolta si spezza (di qui il significato dell’espressione «stop time» che si riferisce anche a una caratteristica prassi jazzistica: lo «stop time chorus»), talvolta si addensa in momentanei «grumi tessili» (subito dipanati), talvolta regredisce a materiale informe, per riprendere da capo il processo.
Riferendosi alla tradizione del concerto per strumento solista e orchestra, «Stop Time Spinning» lascia spazio all’improvvisazione dell’organista (nelle cosiddette «cadenze»), alla quale si aggiunge una valorizzazione della funzione creativa del registrante, convertito da agente sussidiario a ruolo di co-protagonista. Le azioni del registrante, sinergiche a quelle dell’organista, costituiscono anche una sorta di «musica da vedere».

Marco Uvietta
È nato a Bolzano nel 1963. Dopo aver studiato composizione a Milano, si è perfezionato all’Accademia Nazionale di S. Cecilia di Roma sotto la guida di Azio Corghi. Le sue composizioni sono state interpretate da prestigiose formazioni da camera (Quartetto Prometeo, Quartetto Arditti, Ensemble Musicattuale, Ensemble dell’Accademia Neue Musik-Bolzano, Duo Novalis) e da solisti di spicco (Enrico Pompili, Simone Vebber). Oltre a un’ampia produzione corale, è autore di musica sinfonica e sinfonico-corale, eseguita da affermate orchestre come l’Orchestra Haydn, l’Orchestra Regionale del Lazio, l’Ensemble Zandonai. Dal 2005 è ricercatore di Storia della Musica all’Università di Trento. È autore di numerosi saggi sulla musica del Novecento e sull’opera italiana dell’Ottocento.


organizzazione: Conservatorio Statale di Musica "F.A.Bonporti" sezione staccata di Riva del Garda