Storie a castello
Dicastelincastello
Spettacolo per ragazzi
Princispruzze e principerse, storie del bosco e storie a castello, classiche ma non troppo. I quattro narratori della Compagnia Bandus raccontano divertenti avventure, coinvolgendo i piccoli spettatori con il solo utilizzo della voce, con tavole disegnate e piccoli oggetti di scena. Con tanta voglia di divertire e altrettanta fantasia.
Guarda con costante attenzione anche al pubblico dei bambini il programma della rassegna «dicastelincastello», promossa dal Servizio Attività Culturali della Provincia autonoma di Trento e curata dal Centro Servizi Culturali S. Chiara in collaborazione con Museo Castello del Buonconsiglio e Coordinamento Teatrale Trentino.
E sarà ancora una proposta del Coordinamento Teatrale ad animare martedì 19 agosto i grandi spazi di Castel Thun dove, a partire dalle 16.30, la Compagnia Bandus sarà protagonista di «Storie a castello».
Il gruppo rivano «Bandus... i narratori» ha fatto della narrazione la sua arte. Licia Bugoloni, Ciro Frizzi, Giulia Piccioni e Daniele Remondini si sono formati partecipando nel 1998 al Pubblico Narratore, un corso organizzato dal comune di Riva del Garda e condotto da Paola Ruffo e Paolo Domenico Malvinni. Si trattava di animare la Piazza con racconti e storie, puntando ad attirare l'attenzione dei passanti. I BANDUS hanno poi continuato sulla strada della pura narrazione, pur proseguendo nella formazione frequentando i corsi di teatro tenuti da Laura Curino, Giampiero Pizzol, Giacomo Anderle, Andrea Brunello, Elena Marino ed Olli Rasini.
Sono stati invitati a raccontare le loro storie in occasione di molte iniziative organizzate in Trentino Alto Adige e in Veneto, ma anche ad ArteinGioco, una manifestazione organizzata a Milano da Claudio Cavalli, autore del programma televisivo L'Albero Azzurro. La loro formula è semplice: NARRARE, incantando grandi e piccini con la voce, raccontando storie divertenti e appassionanti, lasciando spazio all'immaginazione di chi ascolta e si rende disponibile a lasciarsi trasportare nel magico mondo delle storie.
In quanto al loro nome, il riferimento è a quando da bambini si giocava a rialzo, a ciapanò, o a corri e scappa e, ad un certo punto, qualcuno gridava... BANDUS, cioè Pausa! (forse da noi era più usata la versione Bando!). Insomma i BANDUS ci vogliono regalare una pausa, per poterci abbandonare alla fantasia e all'immaginazione, per lasciarci incantare e tornare un po' bambini.
Lo spettacolo consta di racconti adatti a bimbi di qualsiasi età e i narratori si alternano nel racconto, a volte aiutandosi con piccoli oggetti di scena.
Allo spettacolo si accede pagando il biglietto per la visita a castello
A cura di Coordinamento Teatrale Trentino
Via del Brennero, 38121 Trento
Telefono: 0461 420788
www.trentinospettacoli.it
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CASTEL THUN
Orari: tutti i giorni tranne lunedì 10.00-18.00
lunedì di agosto aperto
Ingresso: 6 euro
Ton - Via Castel Thun
Tel. 0461 657816
www.buonconsiglio.it
Castel Thun viene citato per la prima volta in un atto vescovile del 1258, relativo al conferimento del dosso di Belvesino alla famiglia Thun. La concessione prevedeva il diritto di costruire un castello che prese il nome dal luogo in cui venne edificato. Il nucleo originario del castello, datato alla metà del XIII secolo, era costituito da un mastio probabilmente racchiuso da una palizzata in legno. Nei secoli successivi la struttura fu interessata da continui ampliamenti e migliorie, che la trasformarono da modesto fortilizio a grandiosa residenza. Nel corso del Trecento furono costruiti diversi fabbricati allinterno della cinta, a ridosso della muratura stessa. Nel Cinquecento la parte residenziale fu sopraelevata e abbellita sulla scia del rinnovamento architettonico e artistico, di gusto rinascimentale, promosso dal principe vescovo Bernardo Cles (1514-1539). Anche gli apparati difensivi furono completamente ridefiniti nel corso del XVI secolo e in quello successivo. Gli ultimi importanti interventi architettonici si ebbero nel Settecento; fu attuata una regolarizzazione generale del palazzo mediante il livellamento dei piani, secondo il gusto del tempo. Molte superfici esterne furono intonacate per creare un senso di omogeneità nella costruzione. Le invasioni napoleoniche segnarono profondamente il castello, che venne saccheggiato e spogliato di gran parte degli arredi. Con la fine del principato vescovile (1803) la famiglia perse i proventi delle rendite ecclesiastiche; il loro generoso mecenatismo, unito agli investimenti sbagliati di Matteo II Thun (1813- 1892), rese irreversibile il tracollo finanziario. Nel 1926 i proprietari furono costretti alla vendita del castello, che venne acquistato dal ramo boemo della famiglia Thun, gli Hohenstein. Questi lo abitarono fino al 1985 quando il conte Zdenko, ultimo discendente, morì senza lasciare eredi. Nel 1992 il castello fu acquisito dalla Provincia autonoma di Trento, che lo ha aperto al pubblico nel 2010, dopo un impegnativo restauro. Castel Thun rappresenta una delle più prestigiose residenze trentine, con oltre 150 stanze che conservano gli arredi originali delle diverse epoche.