Storie e storia

Convegno

Ciclo di conferenze STORIE E STORIA
Biografie, testi, ricerche

12 novembre
Presentazione del volume di Gustavo Corni
Raccontare la guerra. La memoria organizzata
(Bruno Mondadori, 2012)
Ne parlerà, discutendo con l’autore, Marco Mondini

L’autore si avvale di ricostruzioni e di testimonianze di ufficiali e soldati che hanno preso parte alla Campagna di Russia del 1941-1943 per mettere a confronto l’immagine di quella vicenda formatasi in Germania e in Italia nella seconda metà del Novecento. Pur trattandosi di una stessa guerra nella quale i due paesi avevano avuto il ruolo di aggressori, a partire dagli anni Cinquanta sono venute a strutturarsi due narrazioni tra loro molto differenti: da parte tedesca si è tentato di trasmettere l’immagine di una vicenda di uomini e di virtù militari scevra da risvolti ideologici; da parte italiana si è voluto invece rappresentare l’epopea di una ritirata eroica nella quale,sconfitti in uno scontro impari, soldati e ufficiali inferiori dovettero cavarsela da soli, spesso ripianando errori e incapacità dei comandi. Queste narrazioni, veri luoghi comuni di un sentire diffuso, hanno costituito per lungo tempo in Germania e in Italia per larghi strati di opinione pubblica il riferimento interpretativo di quegli eventi storici.

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19 novembre
Presentazione del volume di Michele Rigillo
La mia guerra in Vallarsa e sul Pasubio
(Associazione Il Chiese, Museo Storico Italiano della Guerra, Comune di Vallarsa, 2012)
Ne parleranno Giuseppe Colangelo, Gianni Poletti, Fiorenza Aste

Il sottotitolo del volume (Lettere a Giustino Fortunato) dice molto della natura e della portata di questo epistolario che l’autore invia al proprio maestro-amico, autorevole e battagliero meridionalista, dapprima neutralista, poi convertito all’interventismo dall’appello all’unità della nazione.
Le lettere sono concepite come dei frammenti di un immaginario diario di guerra indirizzato ad una cerchia di amici trepidanti che in Lucania aspettano notizie da questo loro colto e intelligente corrispondente. Rigillo, neutralista non pentito nemmeno dopo l’arruolamento, è un esempio di quella ufficialità di complemento capace di “leggere” la tragedia della guerra sul volto e nella quotidiana fatica dei soldati semplici, uomini maturi strappati alla famiglia e al lavoro e costretti ad una vita assurda.
Esempio di scrittura di grande qualità, queste lettere sono il racconto di un pezzo di un’Italia sconosciuto ad un’altra parte del paese che a sua volta attende una “redenzione”.


organizzazione: Accademia Roveretana degli Agiati