Studio di fine laboratorio del Seminario triennale di arte scenica

Danza

Se la prima impressione è quella che conta, l’ultima rimanendo la più vicina al commiato, si deposita di più in chi guarda. Come un’ultima scena prima che il sipario separi, quando il pubblico si alza più leggero o pesante dopo il rito del teatro. Siamo esattamente in questa zona: ultimo atto del progetto triennale d’arte scenica. Un percorso partito da un “chiuso”: il primo anno, tre incontri di conoscenza e di studio dei fondamentali, riservato solo agli allievi, senza la presenza di uditori né di “esterni” nello spazio del Cid a Rovereto. Transitato per un “socchiuso”: dalle fondamenta alla costruzione dell’essere scenico, cioè un corpo pronto ad affrontare le intemperie e le serenate del palcoscenico. Socchiuso perché abbiamo incominciato a lasciarci guardare: lezione aperta finale sul palcoscenico del Teatro Auditorium del C.S.C. S.Chiara a Trento. Infine approdato alla sua ultima e terza parte con un momento di completa apertura: chiederemo agli allievi di mostrarsi nel rapporto pubblico interprete al di fuori del contenitore, tutto sommato protettivo della lezione aperta. Siccome vedere è credere, credere in quello che si vede, l’attore, il danzatore dovrà essere credibile per poter rappresentare l’incredibile. Nella cornice del Teatro Sociale di Trento in chiusura della settimana di seminario e di tutto il progetto triennale, presenteremo un assemblaggio di forme sulla base del lavoro svolto di tecnica, improvvisazione e soprattutto composizione coreografica, che seguirà le linee poetiche della compagnia. Da parte nostra, a parte l’apprendimento e la pratica, ci limiteremo a limare e mettere in scena quelle che saranno le proposte degli allievi. Questi saranno posti a confronto con l’ultimo atto del processo creativo, quello definitivo, quello sottoposto alla crudeltà e al fascino del giudizio. Per chi ha la forza, tecnica ed emotiva, delle cose da dire. E da fare. Arte scenica quindi come corazza e scandaglio per calcare e bucare la scena, per danzare, per fare teatro, porta aperta sul mistero della vita e della morte.
Michele Abbondanza e Antonella Bertoni


organizzazione: CID Centro Internazionale della Danza - Centro Servizi Culturali S. Chiara