Sul fil d'un soffio etesio

Musica lirica

Musiche di Rossni, Bellini, Donizzetti, Verdi

Anna Carnovali (soprano)
Daniele Zanfardino (tenore)
Francesco Antimiani (baritono)
Valeria Vitaterna (pianoforte)

A metà dell’Ottocento l’Italia conta più di duecento teatri attivi. Il melodramma è il genere di spettacolo più amato e popolare e le opere di successo vengono viste da tutti, anche nei piccolissimi centri: Ernani di Verdi, per fare un esempio, ebbe repliche in oltre sessanta città italiane. Il teatro è spazio di incontro, nel quale sperimentare un clima di libertà, riveste il ruolo di informazione e di svago che oggi hanno il cinema o la tv, è anche il luogo dove l’inconscio collettivo viene proiettato. Il pubblico si fa scaltrito ed esigente e richiede prodotti di grande qualità. Cresce dunque il potere dei compositori, a scapito dei capricci degli interpreti: ai cantanti si chiede grande professionismo e disciplina nel calarsi perfettamente nei panni vocali e scenici dei personaggi partoriti dagli autori. La scrittura vocale definisce in modo estremamente sottile il carattere dei personaggi ed i loro mutevoli stati psicologici. Un importante teorico del periodo, rifiutando categoricamente le proposte di ritorno all’antica tradizione di tecnica vocale, esortava a portare lo studio del canto ad un livello più alto, consistente nel controllo di “quella infinità di timbri per mezzo dei quali si esprimono con verità le diverse emozioni dell’anima”.

Informazioni sulla prevendita

LUOGHI PREVENDITA: Casse dei Teatri Auditorium e Sociale (da lunedì a sabato ore 10-19) e Casse Rurali Trentine convenzionate in orario di sportello

Il dio indiano Prajâpati con la sua voce creò il cielo, le acque e la terra; alcune popolazioni indiane d'America ritenevano che il loro dio avesse creato il mondo cantando tre volte. Nelle culture arcaiche i cantori, i sacerdoti, sono esseri superiori perché conoscono le leggi arcane della materia sonora e con la loro voce sanno pronunciare i canti magici. Il canto delle formule rituali scandisce gli eventi della vita umana, nascita, morte, guarigione, il succedersi delle stagioni.
Noi abbiamo perduto tutto questo, ma la voce, quando sprigiona dal corpo umano e si diffonde nell'aria, come solo un grande cantante lirico sa fare, mantiene una qualità magica, una forza che parla ad una parte segreta di noi, risvegliando sentimenti ed emozioni.
Al potere quasi magico della voce è legato il percorso che attraversa gli eventi del cartellone 2002-2003, procedendo dall'ombrosa voce contraltile dell'italiana Isabella, capace di incantare il tirannico bey di Algeri e di trascinare alla rivolta gli schiavi italiani, per poi innalzarsi assieme ai siderali vocalizzi della Regina della Notte ed immergersi nelle tenebrose profondità modulate dal grande Sacerdote Sarastro ed infine lasciarsi incantare dalle profferte del Duca di Mantova, tenore par excellance, che seduce le sue "vittime"intonando insinuanti ballate.
A questo potere non ci si può sottrarre, come ci auguriamo possa constatare il nostro pubblico e come sperimentano Taddeo, Mustafà e Lindoro, Tamino e Pamina, Gilda e Maddalena, co-protagonisti delle opere che compongono il ghiotto menù di quest'anno: L'italiana in Algeri di Rossini, Il Flauto Magico di Mozart, Rigoletto di Verdi, con un'appendice de "i caffè del Teatro - in concerto"dedicata, appunto, alla "voce magica".


organizzazione: Centro Servizi Culturali S. Chiara