Supercontinent - 26 luglio
XXXVII edizione Drodesera
Dalle ore 19.00 alle 24.00
Pier Paolo Pasolini
Che cosa sono le nuvole?
durata 20’
La storia è una rivisitazione dell'Otello, recitato da un gruppo di marionette (Totò, Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Ninetto Davoli, Laura Betti, Adriana Asti), che sulla scena interpretano i ruoli shakespeariani ma che dietro le quinte si pongono delle domande sul perché fanno ciò che fanno. La rappresentazione è interrotta dal pubblico che, nel momento più drammatico (l'omicidio di Desdemona da parte di Otello), irrompe sulla scena e, disapprovando i comportamenti del Moro e di Iago, li fa a pezzi. Il monnezzaro (Domenico Modugno) getta cantando le due marionette in una discarica, dove i due fantocci rimangono incantati a guardare le nuvole e notano la "straziante, meravigliosa bellezza del creato". Il cortometraggio prende il titolo proprio da questa scena finale.
Ore 19.00
Chiara Bersani | Marco D’Agostin
Formazioni
durata 40’
“Noi siamo l’incarnazione locale di un Cosmo cresciuto fino all'autocoscienza(…) Siamo materia stellare che medita sulle stelle.”
(Carl Sagan)
Progettato in dialogo con Dro e Centrale Fies per il Festival 2017, Formazioni è il luogo di un incontro: quello tra un astrofisico, due artisti e un gruppo di giovani sportivi.
Il cosmo, la squadra e il mondo segreto di ogni ragazzo sono galassie governate da leggi fisiche misteriose. Le regole alla base di ognuno di questi sistemi saranno osservate, misurate e messe alla prova fino a che non riveleranno il loro movimento, comune o discordante.
Lo sguardo che si richiederà di esercitare è lo stesso che uomini più grandi di noi hanno riservato ai pianeti: coltivando la speranza di un’eterna compattezza, ma ammettendo il loro destino, un inesorabile allontanamento.
Ore 19.30, 20.30 e 23.30
Riccardo Giacconi e Carolina Valencia Caicedo
Occhiacci di legno
durata 25’
Occhiacci di legno è un percorso sotterraneo nell’oscurità.
In una serie di stanze - intese sia come spazi che come strofe - ha luogo una serie di episodi sulla costellazione fra animazione, possessione e robotica.
Saranno strappati all’oscurità oggetti, documenti, maschere e una figura dormiente.
Una voce registrata accompagnerà la visita: è la voce del cantautore Alberto Camerini, celebre per il suo personaggio che, all’inizio degli anni Ottanta, unì Commedia dell’Arte, teatro di figura e la nascente robotica.
Dalle ore 19.00 alle 22.30
Pedro Reyes
Baby Marx
durata 30’ in loop
Protagonisti di questa saga sono le marionette di Karl Marx e Adam Smith. Per Marx il socialismo e per Smith il capitalismo non sono solo modelli economici, ma incarnano i lati contrastanti della natura umana: Smith crede che perseguendo il proprio interesse personale si renda il mondo più ricco, mentre per Marx le persone dovrebbero condividere le risorse e resistere allo sfruttamento. Nessuno è totalmente privo di avidità e generosità, interessante è vedere come queste voci influiscano sulle nostre decisioni quotidiane. Da sempre il teatro di figura nelle arti performative è stato utilizzato per ragioni analoghe a quelle che ispirano le vignette politiche. Essi possono diventare voce per esprimere dissenso.
Ore 20.00
Marta Cuscunà
Sorry, boys
durata 75’
Nel 2008, 18 ragazze under 16 di una scuola superiore americana, rimangono incinte contemporaneamente. E sembra che non per tutte sia stato un incidente. Alcune delle ragazze avrebbero pianificato la gravidanza, come parte di un patto segreto, per allevare i bambini in una specie di comune femminile. Sorry, boys si domanda qual è il contesto sociale in cui questo progetto virale di maternità ha potuto prendere il potere e riprodursi.
Sulla scena, due schiere di teste mozze. Da una parte gli adulti. Dall'altra i giovani maschi, i padri adolescenti. Appesi come trofei di caccia, inchiodati con le spalle al muro da una vicenda che li ha trovati impreparati. Liberamente ispirato a fatti realmente accaduti a Gloucester, Sorry, boys è la storia di 18 ragazze e del loro patto segreto.
Ore 20.00, 21.00, 22.00 e 23.00
Tania El Khoury
Gardens Speak
durata 45’
Gardens Speak è un'installazione sonora interattiva che contiene le storie di dieci persone ordinarie che sono state sepolte all’interno di giardini siriani. Ogni racconto è stato accuratamente costruito grazie agli amici e ai membri della famiglia del defunto e narra il momento della morte in prima persona. In tutta la Siria, molti giardini nascondono i corpi degli attivisti che riempivano le strade nei primi periodi della rivolta. I defunti proteggono i vivi senza esporli a ulteriori pericoli. I vivi proteggono i morti conservando le loro identità, raccontando le loro storie e non consentendo loro di diventare strumenti per il regime.
Dalle ore 21.00 alle 23.30
Exhibition curated by Michikazu Matsune
Towards the other side of the world
A lato della performance – Dance, if you want to enter my country! – Michikazu Matsune cura la mostra collettiva – Towards the other side of the world –, presentando i lavori di artisti internazionali che indagano problemi socio-politici come le frontiere, la distinzione di classi sociali e il concetto dell’esistenza di due lati di una sola cosa. Attraverso l’uso di molteplici tecniche, la mostra mira ad esplorare poeticamente questioni di natura politica.
Ore 21.30
Riccardo Giacconi e Andrea Morbio in collaborazione con Giacomo Onofrio
Il vendicatore
durata 60’
Il Vendicatore è uno spettacolo di burattini concepito negli anni ‘30 da alcuni burattinai bresciani e bergamaschi. Racconta una storia di vendetta realmente accaduta in Val Brembana il 13 Luglio 1914. Simone Pianetti uccise sette persone da lui considerate responsabili del proprio fallimento economico. Tra le vittime: il medico condotto, il parroco, un giudice di pace, un messo, il segretario comunale e sua figlia, un’anziana contadina. Dopo la strage, Pianetti fuggì sulle montagne e fece perdere definitivamente le sue tracce. Giacomo Onofrio è oggi l’ultimo burattinaio in grado di mettere in scena la storia; Morbio e Giacconi hanno voluto recuperare un’opera che rischiava di scomparire senza lasciare traccia. Dal 2011 collaborano perciò con Onofrio invitandolo ad allestire il suo spettacolo.
Ore 21.45
Numero23.Prod / Massimo Furlan & Cie LagunArte / Kristof Hiriart
Hospitalités
durata 90’
Invitato dal musicista e artista Kristof Hiriart a fare una residenza nel piccolo villaggio a vocazione turistica nel sud della Francia, La Bastide Clairence, Massimo Furlan decide di fare un’esperienza immersiva tornandoci molte volte nel corso di un anno per intervistare i suoi abitanti in cerca di una storia da narrare. Le vite e il futuro di La Bastide raccontate e immaginate dal macellaio del paese, dal maestro in pensione, dai proprietari immobiliari, dagli artigiani, dal vecchio e dal nuovo sindaco diventano motivo di stimolo e dialogo tra loro e l’artista, materiale importante sul quale improntare il lavoro e una pièce teatrale collettiva che vede sulla scena gli abitanti stessi. Tema centrale un nuovo modello di ospitalità, non solo turistica.
Ore 23.45
Michikazu Matsune
Dance, if you want to enter my country!
durata 70’
Con la sua performance, Michikazu Matsune si rivolge alla nostra società globalizzata, con tutte le sue fratture e ostacoli. Il punto di partenza del progetto è la storia di quanto accadde all'artista americano di danza moderna Abdur Rahim Jackson durante una tappa del tour con il famoso Alvin Ailey American Dance Theater nel 2008. Una volta giunto all’aeroporto di Tel Aviv, a causa del suo cognome, i funzionari del controllo immigrazione lo portarono in una stanza appartata dove lo sottoposero a un esame meticoloso. Gli chiesero infine di ballare per dimostrare che la danza fosse davvero la sua professione. La performance getta una nuova luce sul lato oscuro della paranoia legata alla globalizzazione, caratterizzata dall’attività di profilazione di soggetti sospetti e dalla brama di sorveglianza.
Ore 24.00
Raafat Majzoub
The Perfumed Garden: Hekmat, xx
durata 120’
Hekmat, il concierge di un hotel immaginario di An autobiography of another Arab world, trasforma Centrale Fies in una base dalla quale scrivere lettere agli sconosciuti in Palestina e trasmettere il suono generato dalla sua scrittura alla radio israeliana. Hekmat non è interessato a comprendere o a trovare una soluzione. Hekmat si occupa di rapporti che non richiedono compromessi. Hekmat si racconta come un amante perpetuo, continuamente alla ricerca di interstizi di intimità nel mondo reale, che modifica con la sua immaginazione fino a cambiarlo.
Info e costi: www.centralefies.it
organizzazione: Centrale Fies