Taràn
Oriente Occidente 2011
Danza
Tarantarte (Italia)
Taràn
Coreografia Maristella Martella
Assistente alla coreografia Silvia De Ronzo
Luci Paolo Baldini
Musicisti Cinzia Marzo (voce e tamburello), Giuseppe Presicce (violino)
Videoscenografia Andrea Bernabini
Organizzazione Stefania Cosi
Danzatori Maristella Martella, Silvia De Ronzo, Manuela Rorro, Miriam Costa, Veronica Sforza, Laura De Ronzo, Paola Perrone con la partecipazione di Gilles Coullet
«Degli italiani si parla diffusamente, forse più che degli altri popoli mediterranei: della loro indole mediterranea o del temperamento esuberante, del fatto che passano facilmente dalla gioia allo scoramento, dallo scherzo allira.»
Predrag Matvejevic, Breviario Mediterraneo
Ispirato alle diverse forme di taranta, Taràn è in primo luogo un viaggio di apprendimento, o di iniziazione a qualsiasi tipo di rinascita. Il sud dItalia è lo sfondo immaginario di questo incontro: il rito come medicina simbolica a una suggestionata partecipazione.
Fin dalla scena iniziale il lento movimento circolare che lascia in primo piano il canto più che qualsiasi altra cosa, invita a una più pura e devota apertura dei sensi. Le proiezioni di danze su vasi arcaici accompagnate da veloci passaggi di ragni incorniciano gli interpreti in variazioni solistiche anche in linguaggi di movimento contemporanei, e sembrano voler raccontare la pizzicata della taranta come qualcosa che emerge, che sale e si espande, si contagia lentamente allintero corpo. Linteressante ricerca iconografica alle spalle, dello studioso Antonio Infantino, e i più estemporanei effetti visivi e di montaggio, sono accompagnati anche da un ulteriore piano poetico, quello di una improvvisa voce recitante, per niente didascalica; così come gli interventi sonori, di vasto repertorio popolare, prevedono anche momenti rumoristici e mimetici, assai efficaci per descrivere un tarantolismo del corpo pieno di orrore e magia.
Nella seconda parte dello spettacolo i passi della Pizzica salentina, delle Tammurriate campane, della Tarantella calabrese e del Gargano e i giri vorticosi dello Zar egiziano e delle danze Sufi si accordano a un gesto organizzato molto semplicemente, quasi spontaneo nella sua corsa ritmica. Il morso simbolico della Taranta è al contempo veleno e antidoto della danza sfrenata che provoca: ripetizione ossessiva e frenesia dei passi riconducono lo spettatore meno disincantato a una idea pur immediata di ritualità antica, che difficilmente riuscirà però a liberarsi di tutte le sue più nuove maschere.
Maristella Martella inizia con studi di danza classica e contemporanea; una sua più autentica tensione verso la dimensione didattica e la passione per le danze dei paesi del Mediterraneo la portano a studiare non solo tecniche di teatrodanza, ma anche della ricerca teatrale non meno che quelle della composizione coreografica per le danze despressione folcloriche e tradizionali, con residenze in Marocco, Tunisia, Grecia, Albania, Etiopia e Maghreb. Nel 2001 fonda, con Eugenio Bennato a Bologna, la prima scuola di Tarantella, Taranta Power e, nel 2009, in Salento crea Tarantarte, centro di produzione e formazione danze del Mediterraneo. Si deve a lei e al suo gruppo la prima partecipazione ufficiale della rivisitazione della danza nellambito del Festival Notte della Taranta 2009; è danzatrice solista del Festival Notte della Taranta 2010 diretto da Ludovico Einaudi con cui collabora per la tournée 2011 con lorchestra Notte della Taranta al Barbican Center di Londra e allAuditorium Parco della Musica di Roma.
durata 70 minuti
www.tarantarte.it
In collaborazione con la Fondazione La Notte della Taranta
organizzazione: Ass. cult. Incontri Internazionali di Rovereto