Tavolara e Depero. La manifattura delle case d'arte

Mostra

Per la prima volta, a Rovereto, un confronto tra l’artista sardo Eugenio Tavolara e il maestro trentino Fortunato Depero. Una conversazione ideale, attraverso le opere, alla ricerca delle similitudini tra due artisti che, negli stessi anni, superarono i confini tra i diversi linguaggi della creatività.

“Si poteva parlare di tutto. Di pittura, di musica, di filosofia, di magia, di politica.
Non era uno di quegli artisti che disdegnano gli argomenti che non li toccano direttamente. Colto, informato, sembrava che fosse vissuto a Parigi.
Invece era sempre stato lì, tra Viale Caprera e Piazza d’Italia, più o meno”.
Giuseppe Dessì

Eugenio Tavolara (Sassari, 1901–1963) e Fortunato Depero (Fondo, 1892 – Rovereto, 1960) forse non si incontrarono mai, ma negli stessi anni e in luoghi diversi portarono avanti una ricerca artistica e stilistica simile, protagonisti di prim’ordine tra gli artisti dediti alle arti applicate e al design contemporaneo.

L’occasione per un confronto ideale è data oggi dalla grande mostra allestita nella Casa d’arte futurista Fortunato Depero, unico museo fondato da un futurista con sede a Rovereto, nella quale, dal 17 maggio al 14 settembre, le opere dell’artista sardo e del trentino dialogano.
Il progetto, a cura di Nicoletta Boschiero e Manolo De Giorgi, presenta al pubblico opere scelte di Eugenio Tavolara e progetti, marionette e sculture di Fortunato Depero in un colloquio inedito intorno alle suggestioni del folklore e delle avanguardie di inizio secolo.

Simili per tipologia, tecniche e ricchezza, entrambe le produzioni nascono e rappresentano l’energica e specifica identità che le concepisce: negli oggetti, figure meccaniche, giocattoli, arazzi e tappeti di Tavolara emergono prepotentemente l’identità e il folklore sardo; sono invece fortemente connessi all’estetica del movimento futurista i progetti di Depero.
In Sardegna come in Trentino, questi artisti a tuttotondo rilanciano e promuovono l’artigianato locale, conducendo personalmente aziende e commerci. Depero favorisce la nascita di centri di produzione, lavoro ed economia, parallelamente Tavolara inaugura con Tosino Anfossi la Casa ATTE (1925) e fonda negli anni ‘30 la Casa Alba coinvolgendo artisti, disegnatori e soprattutto centinaia di artigiani locali, depositari di tecniche e saperi antichi e raffinati, che nel rapporto con l’artista vengono riscoperti e riproposti in una nuova e più contemporanea interpretazione.

I curiosi legami tra i due maestri, oltre a quelli evidenti dal paragone tra le produzioni e le opere (si pensi ai celebri logo, ai giocattoli, alle figure meccaniche, ai disegni, ai tappeti), scaturiscono anche dall’aver vissuto attivamente lo stesso tempo, interpretando le medesime istanze e tendenze. Per esempio, nell’Esposizione internazionale di arti decorative e industriali moderne di Parigi del 1925 Depero partecipò allestendo, con Balla e Prampolini, una sala dedicata al Futurismo, Tavolara invece presentò figure meccaniche e pupazzi in legno che gli valsero una medaglia d’oro e ampie segnalazioni da parte della critica.

Quasi cento anni dopo l’esposizione parigina, a Rovereto Tavolara e Depero si trovano nuovamente accostati, vicini quanto mai prima.
In mostra diversi gruppi di oggetti, alcuni dei quali mai presentati fuori dalla Sardegna nella loro interezza. In particolare, il museo voluto da Depero ospita un gruppo di animali intagliati in legno, provenienti dalla Collezione Luisangela e Rosaria Tavolara, con i quali Tavolara rinnova completamente un tema a lui caro rafforzando il carattere primitivo del disegno: le bestie rimandano chiaramente ai graffiti rupestri e alle rappresentazioni tribali.
Oltre agli animali, scolpiti e disegnati, la mostra ospita tappeti, arazzi e gruppi di figure tra i quali la celebre Cavalcata sarda esposta nel 1940 alla Triennale di Milano e in seguito donata al principe Umberto II di Savoia. Il gruppo ricostruisce il corteo svoltosi a Sassari nel 1939 in occasione della visita degli eredi al trono e appartiene oggi alla Collezione I.S.O.L.A. - Istituto Sardo Organizzazione Lavoro Artigiano - Regione Autonoma della Sardegna.
A Casa Depero inoltre si possono ammirare i 25 pezzi del gruppo scultoreo Processione dei misteri del 1928 che rappresenta la processione del Venerdì Santo a Sassari. Infine la famosa Mascherata Sassarese, 32 pezzi del 1937 rappresentanti un corteo di uomini vestiti da donna, suonatori in pelli di capra, baffuti contadini ingonnellati, di una straordinaria forza grottesca. Il due gruppi provengono dal Comune di Sassari, Museo della Città - Palazzo di Città. Inoltre i ciociari, i cantanti, i grassoni di Teulada provenienti dalle collezioni Tilocca e Banca di Sassari.

Giocattoli e pupazzi rappresentano, non senza un pizzico di ironia, un mondo popolare in miniatura: pastori, contadini, animali.
A differenza delle figure più impersonali di Depero, i robot e i giocattoli che, automi, richiamano l’icona futurista dell’uomo meccanico, Tavolara dà vita a personaggi fortemente caratterizzati. La deformazione violenta dei visi e dei corpi, nella ricerca del grottesco, rivela inoltre una tendenza espressionista. Come scrive Giuliana Altea: “Lo sguardo sul mondo sardo è sì affettuoso, ma per nulla carezzevole o protettivo”.

Il catalogo della mostra “Tavolara e Depero. La manifattura delle case d’arte” verrà pubblicato entro la fine della stessa e conterrà documentazione dell’allestimento e degli accostamenti inediti tra le opere di Tavolara e quelle di Depero.

Didascalia immagini
Eugenio Tavolara - "Cavalcata sarda", anni '50. Collezione I.S.O.L.A. - Istituto Sardo Organizzazione Lavoro Artigiano - Regione Autonoma della Sardegna
Eugenio Tavolara, Processione dei misteri, 1928


organizzazione: Mart Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto