Teatro del mutamento. Immagini del 'Tempio di Serapide' a Pozzuoli (1750-1900)
A Palazzo delle Albere, l11 novembre, si inaugura una mostra che analizza linfluenza delle scoperte archeologiche e geologiche sulla cultura europea tra Ottocento e Novecento. Nel pomeriggio seminario su "Editoria e pratica incisoria" a cura di Giorgio Marini.
Nellambito del progetto Interart, che indaga i rapporti tra arte, scienza e società tra Ottocento e Novecento, il Museo d'arte moderna e contemporanea di Rovereto e Trento, il Dipartimento di Scienze umane e sociali dell'Università di Trento e gli atenei di Bologna, Napoli e Verona presentano Teatro del mutamento. Immagini del 'Tempio di Serapide' a Pozzuoli (1750-1900), a cura di Luca Ciancio.
La mostra, seconda rassegna del progetto Interart dopo La terra trema. Stampe dalla collezione Kozák, sarà inaugurata l'11 novembre alle ore 11, a Palazzo delle Albere, la sede di Trento del Mart. Sarà visitabile fino all8 gennaio 2006, a ingresso libero.
Le straordinarie scoperte di Ercolano e Pompei rappresentarono, per Napoli e i suoi dintorni, il motivo di una definitiva consacrazione quale meta obbligata per aristocratici, curiosi e artisti impegnati nel tradizionale Grand Tour. L'impulso dato da Carlo III di Borbone alle ricerche archeologiche si estese ben presto ai Campi Flegrei portando all'individuazione di un sito di straordinaria ricchezza architettonica che fu denominato "Tempio di Serapide" pur essendo, come si accertò in seguito, il mercato monumentale dell'antica Pozzuoli. Portato alla luce tra il 1750 e il 1753, il Macellum possedeva quelle caratteristiche di "magnificenza" di cui erano alla ricerca architetti e antiquari dell'epoca impegnati nello studio della classicità romana. Risultò anche di estremo interesse per i naturalisti perché, sulle colonne superstiti erano stati scoperti i segni di eccezionali mutamenti del livello del mare avvenuti nel corso dei secoli. Per documentare le ipotesi elaborate da eruditi e scienziati sui complessi problemi posti dal "Tempio di Serapide" furono prodotte, tra il 1750 e il 1850, numerose raffigurazioni del sito: planimetrie, vedute topografiche e "restaurazioni" architettoniche. All'interno di tale produzione appaiono di particolare rilievo le raffigurazioni pittoriche elaborate da paesaggisti del calibro di Claude-Joseph Vernet, Giambattista Piranesi, Hubert Robert, Johann Philipp
Hackert, Giambattista Lusieri.
Il percorso espositivo, costituito da incisioni, gouaches e volumi illustrati, intende esplorare i nessi esistenti tra illustrazione scientifica, rappresentazione architettonico-antiquaria e pittura di paesaggio. Un modo questo per evidenziare l'impatto dell'archeologia e della geologia sulla formulazione di una cultura figurativa che ha dominato il gusto e l'immaginario visivo dell'Occidente.
InterArt
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organizzazione: Mart Museo di Arte Moderna e Contemporanea - Università di Trento Dipartimento di Scienze umane e sociali - atenei di Bologna, Napoli e Verona