Terra d'Italia
Terra dItalia Italian Land
Rassegna internazionale di satira e umorismo
Il 2 agosto 1847 il cancelliere austriaco Klemens von Mitternich scriveva: La parola Italia è una espressione geografica
Dopo 13 anni lItalia diventava uno Stato a dispetto dellAustria e di Metternich che fingeva di dimenticare che quella parola Italia per i più grandi artisti dEuropa significava ben più di qualche cosa di geografico: rappresentava la civiltà, il sapere, la cultura, larte e tutte le espressioni più elevate prodotte dalluomo nel corso della storia.
Un artista fra tutti, Wolfgang Goethe negli anni tra il 1786 e il 1788 intraprendeva il suo personale Gran Tour o Italian Voyage; era così definito dagli artisti quel viaggio nella Terra dItalia, una full immersion come si dice oggi, nella cultura e nella civiltà dell'uomo, un viaggio ritenuto necessario per ampliare le proprie conoscenze, migliorare la propria formazione, stimolare le intuizioni artistiche.
Che cosa rimane oggi, a distanza di 150 anni da quella dolorosa unificazione dellItalia? Che cosa rimane di quella necessità di guardare alla cultura prodotta dagli uomini di questa terra per attingervi conoscenza e ispirazione?
Siamo veramente arrivati alla fine di tutto? Siamo al punto di allarme rosso?
Possiamo rivolgere lo sguardo al nostro passato come facevano gli artisti del Gran Tour e mobilitare le nostre risorse, dall'età classica allumanesimo, dal rinascimento ai giorni nostri, pescando nel nostro serbatoio culturale per trovare soluzione alle crisi che ci avvolgono e ci divorano?
La nostra XX rassegna di satira è dedicata a una riflessione sullItalia, che per noi rappresenta unidentità, per gli stranieri rappresenta un sogno, una meta che racchiude aspettative culturali, artistiche, ludiche; abbiamo chiesto ai disegnatori, italiani e stranieri, di fare un punto della situazione, di descrivere la considerazione che si ha dellItalia, nel bene e nel male senza trascurare la consueta ferocia che caratterizza la nostra arte della satira.
Le sorprese non sono mancate e naturalmente non sono mancati gli stereotipi, inevitabili quando si descriva un popolo o una nazione, figuriamoci poi l'Italia degli spaghetti e del mandolino, ma lo stereotipo non necessariamente si deve intendere in senso negativo, spesso rappresenta una sintesi dell'immagine che si proietta.
Quando abbiamo lanciato il tema eravamo ben consapevoli del rischio stereotipo, ma spesso lo stereotipo è necessario alla satira, magari per stravolgerlo o per evidenziarne le radici o semplicemente per utilizzarlo come hanno fatto con creatività e gusto molti autori.
I numeri della Rassegna sono:
403 opere selezionate
190 artisti partecipanti
42 stati rappresentati
I vincitori della Rassegna sono stati:
1° Mihai Ignat Romania
2° Federico Ricciardi Italia
3° Andrea Foches Italia
Sono stati segnalati a pari merito i seguenti artisti:
Marco De Angelis-Italia; Axinte Doru-Romania; Alessandro Gatto-Italia; Lubomir Kotra-Repubblica Slovacca; Houmayoun Mahmoudi-Inghilterra; Fredy Hernandez Martinez-Cuba; Marco Tonus-Italia; Toni Vedù-Italia; Leonardo Zaza-Italia; Daniele Zordan-Italia.
A conclusione dei lavori si possono trarre alcune considerazioni:
il tema era impegnativo, difficilmente si riesce ad astrarsi dalla bagarre politica che altera le riflessioni sul nostro paese inoltre si deve comprendere la difficoltà per i disegnatori di non cadere negli stereotipi che rispetto allItalia sono abbondanti. I disegnatori hanno saputo cogliere lo stereotipo come simbolo per la costruzione di situazioni creative, a volte spiritose e a volte di grande potenza espressiva.
organizzazione: Centro Studi Judicaria