Thangkas
58° TrentoFilmFestival
Le mostre
Tele tibetane In mostra nelle sale di Palazzo Trentini
In tibetano Thangka significa che si può arrotolare e questa è una caratteristica essenziale per una popolazione fondamentalmente nomade. Queste pitture a carattere religioso sono dipinte su tela di cotone o di lino impregnate di colle naturali, sono colorate con pigmenti minerali o vegetali preparati secondo una procedura rigorosamente codificata. Quando la pittura è terminata, la parte centrale, chiamata specchio, è bordata di broccato. Si trovano nei monasteri, ma anche nelle abitazioni private o sotto le tende dei nomadi, sistemate sopra un piccolo altare. La rappresentazione della divinità deve essere rispettata nella sua iconografia, nell'aspetto, negli attributi poiché la divinità stessa deve scendere ad abitare la Thangka nel corso di un rituale di consacrazione fatto da un Lama. La Thangka diviene a questo punto un oggetto di culto, di visualizzazione e di identificazione da parte dei fedeli che entrano in simbiosi con la divinità. I pittori di Thangka non possono fare alcuna interpretazione personale dei soggetti che dipingono, né cambiare gli attributi previsti, né tenere in alcun conto delle considerazioni estetiche poiché il solo scopo deve essere quello di creare una rappresentazione religiosa efficace.
René Vernadet, alpinista, grande professionista dellimmagine, famoso fotografo e cineasta francese è profondo conoscitore del Tibet e della sua cultura. Dopo ventidue viaggi si consacra allo studio del Buddhismo tibetano e del Bön, unantica religione.