The Aluminoum Group in concerto

Musica

Per chi ha amato nomi come Burt Bacharach, Momus, Magnetic Fields, Belle & Sebastian, The High Llamas, la musica degli Aluminum group rappresenta una salutare immersione che ben presto si rivela però strana e disorientante.
Questo perché i suoni del gruppo di Chicago partono dalla stessa matrice pop dei gruppi sopra citati, con una componente di maggiore raffinatezza, ma allo stesso tempo segue le stesse strade battute da gruppi come Tortoise e Sea and Cake. Progetti stilistici estremamente vari che abbinano melodia e ricerca, strumenti ed elettronica.
“Siamo sempre alla ricerca della migliore combinazione tra il sintetico e l’organico, tra l’energia dei synth e il calore degli archi” dichiara Frank Nevin, fondatore, assieme al fratello John Navin degli Aluminum group.
La storia della formazione, proveniente come molte delle esperienze stilistiche più indipendenti e meno commerciali degli U.S.A. degli ultimi anni, dalla Windi City, dimostra una volta di più come spesso e volentieri i meccanismi del mercato siano quasi totalmente disgiunti dai percorsi artistici, anche nell’ambito musicale.
Pur rappresentando, infatti, un’esperienza importante della scena musicale di Chicago, gli Aluminium Group non hanno incontrato alcuna attenzione nel vecchio continente se non a partire dal 2000 anno in cui l’attenta Marina Records ha pubblicato l’album Introducing….
La storia del gruppo, in realtà, risale a cinque anni prima, al 1995, periodo d’oro del post-rock assumendo però, sin da subito, un strada di difficile collocazione tant’è che “i giornalisti non sanno mai se etichettarci tra le band di Chicago tradizionali e rock o quelle più sperimentali come i Tortoise (ndr e Stereolab). Io direi che siamo in mezzo tra questi due campi. Siamo legati alla tradizione ma anche pronti a prendere al volo i segnali più stimolanti che arrivano dall’avanguardia. Costruiamo e ricostruiamo ma è sempre la canzone ad essere al centro dei nostri pensieri” (Joh Navin).
Ed infatti nei loro album si riconosce il pop sofisticato di Talk Talk e Felt, gli eleganti tocchi jazz di Everything but the girl.
Dopo album come Wonder boy, Plano (1998) e Pedals (1999), Introducing…(2000), Pelo (2000) è arrivato Happyness (2002) pubblicato da Wishing tree che rappresenta “un ritorno all’integrità intellettuale degli esordi, forti però di un’esperienza decennale, che si manifesta attraverso dieci deliziosi quadretti sonori. Ora Steely Dan sofferenti di saudade, ora Japan parzialmente scremati, ora Prefab Sprout consapevoli di ciò che accadrà” (Blow Up).


organizzazione: Associazione Dissonanze Armoniche