The Stolen Child
Opera multimediale di Francesco Pisanu «The Stolen Child» dedicata ai bambini vittima delle guerre.
Si tratta di un'opera multimediale creata a diretta da Francesco Pisanu, pianista e compositore trentino, che attraverso un'intrigante contaminazione di generi e di esperienze artistiche, pone l'attenzione sul dramma dei bambini direttamente coinvolti in conflitti armati (al mondo se ne contano oggi circa 250.000) e su tutti quelli - oltre un miliardo - che vivono in Paesi dove sono in atto eventi bellici. Bambini a cui è stato rubato il futuro; bambini rapinati della propria infanzia.
«The Stolen Child» è un'opera/balletto che combina disparate forme espressive (musica, danza, poesia, arte videografica 3D) e coinvolge interpreti di diversa formazione artistica: musicisti, attori e grafici professionisti, ma anche alcune qualificate espressioni del mondo amatoriale e studentesco.
Si tratta dunque di un progetto che, fondendo obiettivi artistici, culturali, etici e didattici, coinvolge artisti professionisti, scuole e gruppi amatoriali nella realizzazione di un'opera che si propone di catturare l'interesse dello spettatore e di indurlo a riflettere su contenuti alti di spessore umanitario. Un'architettura compositiva che, intrecciando linguaggi colti e popolari, si rivolge a un pubblico quanto mai ampio ed eterogeneo.
Lo spettacolo, strutturato su due distinti eventi, inizia con un'Ouverture affidata all'esecuzione del gruppo «Jazzprint» e dell'Orchestra «J.Futura». Si tratta di una performance ispirata alla poesia «Le dormeur du val» di Arthur Rimbaud, che prevede anche la presenza di una vocalist e di un narratore. La computer graphics sottolineerà lo svolgersi della storia.
Seguirà «The Stolen Child», l'evento principale, che Francesco Pisanu ha composto ispirandosi all'omonimo poema breve del poeta e drammaturgo irlandese William Butler Yeats. Saranno impegnati nell'opera un narratore, due danzatori solisti, una piccola orchestra, una gruppo Jazz-rock, una banda, un coro di montagna, un coro di voci bianche.
È la storia di un bambino nel suo viaggio di trapasso al mondo delle fate, tra situazioni musicali e scenografiche cangianti, immerso nei contesti suggeriti dalla narrazione poetica. Il bambino sogna un mondo parallelo in cui si alternano momenti inquieti ad altri gioiosi e giocosi, notturni ed elegiaci, accompagnati da ritmi di danza che vanno dal salterello celtico fino al rock, a samba e salsa. Il tutto filtrato da un'ispirazione jazzistica e strutturato in un ambito compositivo colto. Il sottofondo tragico, che allude all'incombere della guerra sul destino del fanciullo, affiora in alcuni momenti chiave della partitura e genera un gelido scossone emozionale nel finale dell'opera.