The acid house
Un prete dispensa acido lisergico e abusi sessuali ai suoi giovani parrocchiani. Un ragazzo innocuo viene pestato a sangue da uno spacciatore, che gli ha fregato la casa e la moglie. Cinismo, surrealismo, provocazione. Ovvero puro Irvine WeIsh, che dopo "Trainspotting", torna in veste di sceneggiatore con questa "casa acida", che, tanto nella forma sperimentale che nella sostanza, è assai più duro e sgradevole del film di Danny Boyle. Anche se dietro la macchina da presa c'è l'esordiente Paul McGuigan, è stato lo stesso Welsh a scegliere dal suo visionario romanzo tre storie a base di mutazioni kafkiane, black humour e violenza. Nel primo, "The Granton Star Cause ",Boab trasformato in mosca da Dio in persona, si vendica, in maniera scatologica, di quelli che lo hanno tradito. In "A Soft Touch", un neo-sposo sopporta le angherie di uno spacciatore violento. The Acid House, l'ultimo episodio, è il più psichedelico: il tossico Coco (Ewan Bremner di "Trainspotting"), dopo un viaggio fatale, si ritrova nel corpo di un neonato.
È stato il produttore a volere che il film fosse Irvine WeIsh al 100%, senza alcun taglio e senza addolcimenti. Ha mantenuto fino in fondo la promessa: è Welsh estremo, senza mediazioni.
REGISTA: Irvine WeIsh